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A.A.A. Cercasi Verità – L’accusa innocente
Questa è un'idea che mi frulla in testa da un bel po'. Spero vi piaccia.
Questo è il prologo:
Momenti di silenzioBelfast, 1 giugno del 2007, ore 12:37, commissariato di polizia.
L’ufficiale di polizia Toad stava seduto sulla sedia a guardare fisso e sconcertato una bambina di 8 anni circa, l’unica testimone del tremendo mancato assassinio avvenuto trentasette minuti prima. “Come se una marmocchia potesse essere una testimone” pensò Toad “Ridicolo!”.
Il poliziotto che si trovava vicino al luogo del delitto era al suo fianco per aiutarlo nell’indagine. Si trattava di Marcel Rosostia. Toad indossava una divisa della polizia un po’ trasandata: stava dormendo della grossa quando era stato svegliato per occuparsi della mancata morte di Sabrina Ganderni, la madre della testimone. Neanche fosse un detective!
Marcel al contrario indossava la divisa senza neanche una piega. Dopo tutto aveva il turno notturno di guardia!
-Ehm… dunque ci spieghi tutta la storia- disse nervoso Toad.
-Io e mia mamma stavamo tornando a casa dopo una passeggiata quando abbiamo sentito dei rumori sospetti provenienti dalla strada davanti a noi- iniziò la bambina.
-Ci trovavamo in un vicolo cupo e un’ombra scura è piombata giù dal cielo ed… ha attaccato la mamma!!!-.
La bambina scoppiò a piangere.
-Su, su non piangere… continua…- la consolò Marcel.
-Allora la mamma è caduta a terra e l’ombra mi si è avvicinata ma all’improvviso un’altra ombra è piombata giù dal cielo e ha messo in fuga l’ombra cattiva!- concluse la bambina.
-Mmm… forse l’ombra è ancora nei paraggi… setacciate la zona e…-.
Le parole di Toad furono interrotte da una cosa che i suoi occhi videro.
Un’ombra se ne stava in agguato fuori dalla finestra ad ascoltare. Non appena fu scoperta scappò via.
La faccia di Toad divenne prima blu, poi rossa e verde e infine si soffermò a un colore prugna fino a tornare a il suo normale color limone.
-Correte!!! Non ci deve sfuggire!!!
Gli uomini corsero a più non posso mentre l’ufficiale Toad si sfregava le mani. “L’acciufferanno di certo! Siamo la migliore polizia di tutta l’Irlanda del Nord!”.
Dopo pochi minuti…
-Mi dispiace Ufficiale ma ci è sfuggita…- mormorò appena il poliziotto. La faccia di Toad divenne prima color prugna, poi divenne verde, poi rosso ciliegia e poi si soffermò sul blu talmente tanto che Marcel pensò che non stesse nemmeno respirando. Infine tornò gialla limone e Toad si mise a boccheggiare.
-Ma… signore, il fuggitivo si è lasciato dietro questo biglietto- disse allora per farlo calmare il poliziotto di prima, tendendo a Toad un pezzetto di carta.
Quel apparentemente insignificante foglietto portava la scritta “A.A.A. Cercasi Verità”. Era scritta con una scrittura sghemba e spigolosa, dall’ accento sulla “À” un po’ storto, con i punti molto marcati. Toad sembrò sollevato, in un certo senso, se di lui si può dire sollevato, diciamo piuttosto appena appagato. -Che ci fate ancora qui? Muovetevi! Cercate il più in fretta possibile un qualcuno che si faccia chiamare A.A.A. Cercasi Verità!-. Non appena tutti se ne furono andati Toad espresse tutta la sua felicità in un ghigno malefico. L’avrebbero acciuffato, costi quel che costi, pensava. Si, concluse, A.A.A. Cercarsi Verità sarai preso e punito per il crimine che stavi per commettere.“Ridicolo. Nulla è certo. Solo la vita e la morte. Ogni essere è destinato a vivere e morire. Non importa quanto uno cerchi di sfuggire dalla morte. Prima o poi morirà. Così è e così per sempre rimarrà. Ma gli uomini non lo capiscono. No, loro confondono tutto. Lo trasformano in Menzogna. Ma io cerco la Verità. E la trovo sempre, puoi esserne certo.”
Ancora nessuna risposta. Inizi tu?
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