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Il Paese delle Meraviglie
Una delle piĆ¹ vecchie storia che abbia mai scritto e la mia prima fanfiction in assoluto. Dato che il corto si basa su “Alice nel Paese delle Meraviglie”, per scrivere questa storia mi sono letta (cioĆØ studiata) sia la storia di Alice, sia il suo seguito (“Attraverso lo Specchio e quello che Alice vi trovĆ²”), se alcune cose non le capite vi consiglio la lettura di Alice. Le frasi iniziali sono tratte dal corto (ovviamente se non lāavete visto vi consiglio la visione anche di questo; tranquilli, sia chiama “cortometraggio” apposta, non prende molto tempo).Il Paese delle Meraviglie ā…un caso che chiude tutti gli altri…ā
ā…ora vi racconto la mia storia, mi ĆØ sempre piaciuta lāidea di fare lāinvestigatore privato, come per esempio Sam Spaid o Philip Marlow, ma non cāĆØ niente di bello in questo lavoro, me ne rendo conto ogni volta che apro il frigo o quando arriva lāestratto conto…ā
ā…quel caso non mi convinse fin dallāinizio, ma non potevo certo permettermi di perdere un cliente, Trinity era un hacker molto conosciuto nel suo giro, una vera artista a quanto pare, la polizia non riusciva a localizzarla, e qualcosa mi diceva che anchāio avrei avuto dei problemi, comunque non avevo scelta e cosƬ mi misi al lavoro…ā
ā…durante le indagini scoprii una cosa alquanto inquietante, altri investigatori avevano lavorato a questo caso, e tutti, chi in un modo chi in un altro, avevano fatto una pessima fine, uno di loro si era suicidato, un altro era scomparso, e un altro era impazzito, cosƬ decisi di andare a fare due chiacchiere con quello che era impazzito…ā
ā…ormai aveva il cervello fuso, continuava a dire Ā«scacchieraĀ», Ā«coniglio biancoĀ», Ā«regina di cuoriĀ», cominciai a mettermi in contatto con tutte le chat degli hacker che avevano a che fare con Ā«Alice, nel Paese delle MeraviglieĀ», controllai forum, siti, e fu su uno di questi che trovai un indizio su Trinity…ā
ā…Ā«il primo dei sei ruscelliĀ», non riuscivo a capire cosa potesse voler dire…ā
ā…un caso che chiude tutti gli altri…ā
(tratto da āA Detective Story ā Animatrixā)
E cosƬ finalmente cāero riuscito, avevo trovato Trinity… come Alice, avevo preso quel treno e lei era lƬ.
āEā stata semplicemente una prova,ā mi disse āe lāhai superata brillantemente.ā
La sua pistola era puntata contro la mia testa; sullāestremitĆ una parte concava che si appoggiĆ² sul mio occhio e quando lei schiacciĆ² il grilletto, la cimice che era nel mio occhio venne rimossa. CosƬ capii che mi avevano ingannato, avevano usato me per arrivare a lei; ecco spiegato il motivo per cui altri avevano fallito prima di me. Trinity ritenette necessario allontanarsi da lƬ; mi disse di cercarla ancora:
āNon-compleanno; ore 18:10.ā furono le sue ultime parole prima di spaccare il vetro con un colpo di pistola e buttarsi sparendo nellāoscuritĆ .Mi gettai contro il finestrino appena in tempo per vedere unāombra scura inseguita da un gruppo di tre persone ben vestite che le sparavano contro.
Quello che successe da lƬ alla prima stazione non fu molto chiaro nella mia testa; tutto ciĆ² a cui pensavo era che avevo un nuovo indizio e cercavo di riflettere sul suo significato mentre scendevo dal treno.
Vagai per un poā senza meta, il freddo aveva iniziato ad attanagliarmi lo stomaco e decisi di entrare in un locale dove potevo continuare a riflettere al caldo. Humpty Dumpty aveva ricevuto un regalo per il suo non-compleanno, ma non riuscivo a capire: dovevo trovare un uomo a forma dāuovo? Alice, dopo aver preso il treno e incontrato la Regina Bianca era giunta in una bottega; forse era questo lāindizio, forse dovevo trovare un locale.
Chiesi al barista un elenco ed iniziai a cercare tutti i locali che potevano aver a che fare con lāindizio, finchĆ© il mio sguardo non cadde su un nome: pub not-birthday.
Pagai il conto e uscii di corsa; stava per scadere il tempo a mia disposizione quando riuscii a fermare un taxi ed arrivai a destinazione perfettamente in orario.
Dalla facciata, piĆ¹ che un locale sembrava un edificio in rovina: rda alcune finestre spuntavano ragnatele, mentre quelle ai piani alti erano rotte. Entrai senza nessuna fretta e mi guardai intorno: era pieno di brutti ceffi ma tutti, per fortuna, sembravano molto interessati ai loro affari per preoccuparsi di qualcuno come me; mi sedetti ad un piccolo tavolino rotondo, nellāangolo piĆ¹ solitario del pub. Due occhi scuri mi scrutavano dallāoscuritĆ a mia insaputa, e quando furono certi che ero da solo, scomparvero per poi ricomparire accompagnati dal corpo snello e longilineo di Trinity, con i suoi soliti occhiali scuri e la sua tuta di pelle.
Si sedette accavallando le gambe per riprendere la discussione interrotta sul treno dai tre uomini in nero.
āIo ti offro solo la veritĆ ,ā mi disse āvuoi vivere in un mondo fittizio o vuoi vedere la realtĆ al di lĆ dello specchio?ā
āVoglio solo e soltanto la pura veritĆ , in fondo fa parte del mio lavoro!ā fu la mia risposta āe quando mi danno un incarico, lo porto sempre a termine.ā
āBene, vieni con me; conosco un posto piĆ¹ sicuro dove potremmo parlare liberamente.ā
Uscimmo dal locale; nel retro faceva bella figura una moto nuova fiammante. Mi porse uno dei due caschi mentre lei sāinfilava lāaltro, ma io rifiutai: non potevo permettermi di rovinare il mio cappello.
Ci allontanammo da lƬ a tutta velocitĆ riuscendo comunque ad evitare persone e auto con una serie infinita di slalom; non molto dopo arrivammo in un palazzo molto imponente e abbandonato. Ci facemmo strada tra le travi crollate e ci inoltrammo nellāedificio; stranamente si sentivano rumori allāinterno, rumori che scoprii essere dei compagni di Trinity che stavano armeggiando con strane attrezzature tecnologiche e alcuni computer. Tuttavia noi entrammo in una stanza completamente vuota fatta eccezione per me, lei, due sedie e un tavolino.
āPrima che tu mi dica il motivo per cui siamo qui, vorrei sapere perchĆ© quelle persone mi hanno chiesto di cercarti; ti vogliono morta?ā dissi allāimprovviso.
āPrecisamente; loro possono controllare te, tua madre o il tuo migliore amico, ma non possono controllare me, io, come tanti altri, vivo in un posto diverso che loro non possono raggiungere.ā rispose āSono qui per parlarti di Matrix, o piĆ¹ semplicemente lo Ā«specchioĀ» dentro il quale tu sei un prigioniero, e come te tutte le persone che lĆ fuori credono di vivere una vita reale.ā
āChe cosāĆØ Matrix?ā
āMatrix ĆØ una realtĆ immaginaria dove tutti vivono, inconsapevoli della guerra che incombe su di noi; una guerra tra noi ed I.A.ā
āNon capisco, di che guerra stai parlando?ā
āEā difficile da spiegare, ma posso farti vedere… se tu vuoi!ā
In quel momento, un ragazzo, nĆ© giovane nĆ© vecchio, entrĆ² e si avvicinĆ² a Trinity; dopo averle sussurrato qualcosa allāorecchio e aver ottenuto come risposta un cenno dāassenso e un ādammi ancora qualche minutoā, uscƬ senza neanche degnarmi di uno sguardo, come se avessi potuto riconoscerlo se mi fosse stato chiesto chi avevo visto in quel palazzo.
āTi sto solo offrendo la possibilitĆ di vivere nel mondo vero, ricordatelo; sappi anche che una volta che avrai fatto la tua scelta non potrai tornare indietro. Questo ĆØ tutto ciĆ² che posso darti ora: la veritĆ o la tua solita vita.ā
Era giunto il momento della veritĆ ; aprƬ la scatoletta che aveva portato con sĆ© e continuĆ²:
āQuesta ĆØ la pillola azzurra, quella che ti farĆ tornare alla tua vita di tutti i giorni, come se niente di tutto questo fosse mai accaduto, mentre questāaltra ĆØ la pillola rossa che ti permetterĆ di Ā«oltrepassare lo specchioĀ» e raggiungere con me il mondo vero. Ora tocca a te: scegli.ā
Guardai attentamente i suoi palmi aperti e allungai la mia mano un poā titubante; alla fine scelsi: pillola rossa. Trinity mi condusse in una stanza adiacente a quella dove stavano i suoi compagni; si intuiva dai suoni degli apparecchi ora cosƬ vicini. Richiuse la porta alle sue spalle e osservai attentamente la stanza: su un piccolo tavolino circolare era appoggiato un bicchiere dāacqua, mentre la parete opposta era un enorme gigante specchio. Era cosƬ bello, grande e invitante che non seppi resistere e mi avvicinai: la mia immagine era riflessa perfettamente.
Tornai al tavolino, presi il bicchiere e mi riavvicinai allo specchio per continuare ad ammirarne la bellezza e la grandezza.
E mentre inghiottivo la pillola rossa appoggiai i palmi su quella superficie liscia che risultĆ² invece essere morbida; stavo attraversando uno specchio dāacqua, solo che era piĆ¹ denso. Quando mi ritrovai dallāaltra parte, aprendo gli occhi vidi Trinity e i suoi compagni che continuavano a premere i tasti dei computer; ero nella stanza adiacente e quello specchio era lāunico modo per entrarvi. LƬ dentro cāerano unāinfinitĆ di macchine stranissime che non avevo mai visto e tutto sembrava collegato ad un telefono al centro, posizionato accanto ad una sedia. Ad un cenno di lei, mi sedetti e sapevo di star facendo la scelta piĆ¹ giusta.
Ancora nessuna risposta. Inizi tu?
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