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  • La danza della driade

    Posted by Anonymous on Agosto 8, 2012 at 6:07 pm
    Questa storia รจ nata come una sfida, ho voluto unire qui tre contest di cui due diversissimi per cercare di mettermi alla prova, a voi decidere se la cosa mi รจ riuscita.
    Questa storia si รจ classificata seconda al โ€˜Nel Nome del Custode [Contest]โ€™ indetto da Ss904 sul forum di EFP, vincendo inoltre il premio โ€˜Angeloโ€™
    Questa storia si รจ classificata sesta al contest โ€˜The Indoors Fantasyโ€™ indetto da schwarzlight sul forum di EFP
    Questa storia si รจ classificata terza al contest โ€˜Il libro che avete amatoโ€™ indetto da miss dark sul forum di EFP

    La luce della lampada andava e veniva. La ragazza picchiรฒ sul vetro in un vago tentativo di fermare quel tremolio, anche se giร  sapeva essere inutile. Poi tornรฒ ai suoi scritti sparpagliati sopra una scrivania consunta.
    Qualcuno bussรฒ sul possente portone metallico e, prima che lei potesse rispondere, si aprรฌ. Un uomo alto con una folta barba grigia sembrรฒ farsi piccolo per riuscire a varcare la soglia.
    ยซPuoi salire per la cena.ยป disse quello, poi si voltรฒ e uscรฌ sbattendo il pesante portone.
    La ragazza abbandonรฒ a loro stesse le sue carte e con un movimento fluido si alzรฒ dalla sedia e si apprestรฒ a seguire lโ€™uomo.

    Cโ€™era il solito casino nel salone che era stato adibito a mensa, gente che aveva ancora voglia di chiacchierare. Non lei. Aveva perso tutto, una famiglia, un fratellino, tutti quelli che conosceva.
    Non le piaceva ricordare quei momenti: sua madre che le pregava di scappare portando con sรฉ il fratello dodicenne, suo padre giร  seppellito dalle macerie che intrappolavano la moglie, e poi la corsa verso una libertร  che lโ€™aveva trovata sola; unโ€™altra bomba era caduta, i due fuggiaschi erano stati sbalzati avanti dal colpo, ma lโ€™atterraggio non era stato dei piรน morbidi e quel colpo alla testa era stato fatale per Matteo. Una chiazza di sangue si era allargata sui vestiti di lei quando gli aveva preso la testa per posarsela in grembo. Sapeva che non cโ€™era piรน niente da fare per lui, ma non era riuscita ad abbandonarlo. Lโ€™unica cosa che le riuscรฌ di fare fu depositarlo vicino a una macchina in fiamme e restare a guadare il suo corpo che bruciava.
    Nessuno ti avrร , ora sei libero. aveva pensato prima di voltarsi e continuare a fuggire. Le bombe non erano piรน cadute, come a voler mostrare un poโ€™ di rispetto per la morte che avevano provocato. La ragazza fu ritrovata solo molto dopo e da quel giorno aveva assunto il nome di Aniel, nome che aveva letto una volta in un libro e di cui si era innamorata. Nessuno conosceva quello vero. Ora viveva insieme agli altri sopravvissuti in una specie di bunker. Il governo non esisteva piรน, il mondo era in balia dei conquistatori dello spazio.
    Ogni persona doveva servire con le proprie conoscenze alla comunitร . Aniel era ancora giovane, ma dotata di un intelletto senza eguali, per questo spesso le venivano affidati operazioni di calcolo; in quel periodo per esempio stava lavorando a un progetto di amplificazione della grotta dove vivevano i rifugiati, suo compito era individuare il punto dove scavare in base al tipo di roccia presente e come mettere le travi per evitare che il soffitto crollasse.
    Il suo lavoro era lโ€™unica cosa che riusciva a distrarla, la gente invece le ricordava morte e distruzione. Cosรฌ come ogni volta fissava la sua ciotola riempita con una brodaglia incolore dal non meglio identificato contenuto. Era affamata, come sempre da quando viveva lรฌ, cosรฌ ingurgitรฒ tutta la zuppa senza lamentarsi e in totale silenzio; finรฌ il suo pasto con un dessert consistente in un pezzo di pane raffermo. Non appena ebbe svuotato la ciotola, lasciรฒ cadere il cucchiaio che tintinnรฒ e si alzรฒ per tornarsene nella sua stanza.
    Da un angolo remoto della mensa provenivano delle voci: due uomini stavano alzando sempre piรน il loro tono, ma prima di sfociare in una rissa gli spettatori incitarono:
    ยซSfida! Sfida! Sfida!ยป
    I due iniziarono cosรฌ una sfida a braccio di ferro. Aniel uscรฌ silenziosa dalla mensa come fosse invisibile a occhi indiscreti.

    Vento. Sentiva sulla pelle un vento bollente. Alzรฒ la testa ma subito si pentรฌ di aver guardato: le auto vicino a lei erano in fiamme, cosรฌ come diversi edifici. Dalle finestre oramai esplose, le fiamme uscivano protese verso il cielo stellato come dita di un assetato che bramano acqua. Le stelle erano lโ€™unica cosa rimasta intatta di quella strada che ben conosceva, ma unโ€™ombra le oscurรฒ rendendo tutto il paesaggio alieno ai suoi occhi.
    E alieno era la parola giusta per quegli invasori. Lโ€™incomprensione aveva scatenato una guerra, un gesto male interpretato, come accade per i cani coi gatti. La grossa nave che solcava il cielo sparรฒ di nuovo sulla Terra e in lontananza si sentirono ancora boati assordanti come quello che lโ€™aveva quasi resa sorda solo un paio di istanti prima. E mentre la distruzione si spostava verso unโ€™altra cittร  eccoli arrivare a piedi.
    Piccoli esseri alti a malapena un metro, con una piccola testa a forma di triangolo capovolto e arti lunghi e sottili. Avanzavano come se scivolassero sulle superfici โ€“ la strada e perfino le pareti degli edifici โ€“ si avvicinavano. Quando arrivavano vicino a qualcuno le protuberanze con cui non camminavano si sdoppiavano diventando quattro, sei, otto. E con esse agguantavano la gente, le soffocavano, le stritolavano, le facevano a pezzi. E sempre quel vento caldo a condire ogni singola scena che era costretta ad assistere.
    Lei odiava il vento.

    Si svegliรฒ. Non si stupรฌ del sogno, oramai cโ€™aveva fatto lโ€™abitudine. Si portรฒ una mano alla fronte per portare via il sudore che lโ€™incubo le aveva causato, poi si alzรฒ dal suo letto. Avrebbe tanto voluto fare una doccia per togliersi di dosso tutto lo sporco che il sudore le aveva appiccicato addosso, ma sapeva che non poteva: lโ€™acqua, soprattutto quella per lavarsi, veniva razionata.
    Ma non sarebbe comunque riuscita a prendere sonno, cosรฌ decise di fare lโ€™esatto contrario di ciรฒ che avrebbe voluto. Aveva trovato una stanza in cui un paio di caldaie rendevano lโ€™ambiente una sauna; sudare ancora le avrebbe permesso di ripulirsi un poโ€™.
    Si alzรฒ dal letto e per un attimo barcollรฒ. Le immagini scomparvero lasciando davanti a lei solo un fastidioso grigio quasi nero, cosa che la disorientรฒ ancora di piรน. Cadde in ginocchio e chiuse gli occhi piรน volte per far tornare la vista. E quando finalmente ci riuscรฌ le sembrรฒ quasi di vedere se stessa dallโ€™alto: cโ€™era la propria sagoma accasciata a terra, le veste scura sparpagliata a terra e la schiena nuda col suo tatuaggio di una driade. Non solo, le sembrรฒ anche vederla danzare. Al successivo battito di ciglia vide finalmente tutte le cose al proprio posto: le sue mani convulsamente strette in grembo, i lunghi capelli neri che le precludevano il resto della stanza, le ginocchia graffiate dalla caduta.
    Le succedeva ormai da un poโ€™, la vista le si annebbiava e quando tornava dโ€™improvviso a vedere, davanti ai suoi occhi le apparivano immagini diverse. Non lo aveva detto a nessuno, temeva di star impazzendo e aveva giร  visto che fine faceva gente del genere: venivano emarginati e, se ritenuti pericolosi per la societร , venivano lasciati allโ€™aperto dove sicuramente sarebbero stati visti dai conquistatori e catturati. Nessuno sapeva che fine facevano i prigionieri, ma nessuno era mai tornato a casa, nemmeno allโ€™inizio dellโ€™invasione.
    Si rialzรฒ sentendosi instabile sulle proprie gambe e desiderรฒ ancora piรน ardentemente una ciotola dโ€™acqua in cui tuffare il viso. Non se la sentiva piรน di andare nel locale caldaie, cosรฌ si accontentรฒ di fare una passeggiata per i corridoi dei piani piรน bassi che erano piรน freschi.

    Si era riaddormentata da poco quando un boato la svegliรฒ di soprassalto. Silenzio, poi un secondo boato le disse che non era unโ€™allucinazione. In seguito vennero le grida e Aniel saltรฒ giรน dal letto con una velocitร  impressionante e si buttรฒ fuori dalla sua stanza per scoprire cosa stesse accadendo.
    Voltรฒ lo sguardo prima a sinistra e poi a destra, per scoprire un gruppo di rifugiati che stava scappando. Una donna si fermรฒ e cercรฒ di dirle qualcosa. Ma lei non capiva la sua lingua, cosรฌ quella riprese la sua fuga.
    Un terzo boato le riempรฌ le orecchie. Stavolta vide e finalmente capรฌ: parte del corridoio da dove provenivano i superstiti in fuga era crollato; la polvere delle rocce frantumate si stava spandendo tutto attorno. Aniel allora uscรฌ dalla propria stanza e corse insieme alle ultime persone verso la piรน vicina via di fuga.
    Arrivata al primo bivio vide il corridoio di sinistra implodere, cosรฌ prese a destra senza fermare la sua corsa. Dalle altre stanze nuova gente si univa a lei per uscire da quella trappola sotterranea, una piccola parte considerando quelli che non potevano piรน uscire da lรฌ. Dopo lโ€™ennesimo bivio fece appena in tempo a fermarsi prima che il corridoio le crollasse ai suoi piedi. Invertรฌ subito il senso di marcia correndo con ancora piรน vigore.
    Dopo lโ€™ultimo crollo il gruppo si era dimezzato, ma Aniel non aveva tempo di aiutare chi era rimasto intrappolato. Non aveva piรน nulla, non dopo la morte di suo fratello, non dopo quel momento in cui non era riuscita a realizzare lโ€™ultimo desiderio di sua madre. Una decina di persone sbucรฒ fuori insieme a lei e subito si dispersero in tutte le direzioni, ma non lei. Rimase in piedi a guardare lโ€™ultimo corridoio implodere sommergendo il successivo gruppo di superstiti che rimasero schiacciati dalle macerie.
    Poi lo sentรฌ di nuovo. Prima un capogiro, ma stavolta era preparata e non barcollรฒ, poi la vista offuscata. E in quel momento si sentรฌ onnipotente, sopra ogni altro essere che camminava su quella terra.
    Non aveva ancora capito che tipo di potere avesse, ma sapeva che poteva distruggere chiunque avesse voluto. Aveva fatto tesoro di queste sensazioni, le aveva rinchiuse in un angolo del suo cuore in attesa di tirarle fuori, al momento opportuno.
    E quel momento era finalmente giunto. Mentre ai suoi piedi giacevano i resti di quelli che era stata la sua casa dopo la morte di suo fratello, lasciรฒ libero sfogo ai suoi sentimenti di odio e rabbia fino a divenire lei stessa la rabbia. Il potere ingigantiva dentro di lei, finchรฉ di colpo se ne sentรฌ come dissolvere. La driade che aveva tatuata sulla schiena riprese a ballare la sua danza magica, quando Aniel lanciรฒ un urlo e inspiegabilmente si trovรฒ a correre in alto, verso il cielo, verso quel vascello che aveva distrutto il suo ultimo punto di riferimento. Ma correre non era lโ€™espressione giusta: in qualche modo stava volando.
    Il suo potere prese forma nella propria mano diventando una fune di luce con cui โ€“ ne era certa โ€“ avrebbe potuto tagliare ogni cosa. La sferzรฒ nellโ€™aria quando si trovรฒ a pochi metri dal suo obiettivo e un grosso squarcio si aprรฌ davanti ai suoi occhi permettendole di entrare al suo interno. Uccise chi trovรฒ sul suo cammino e distrusse quanta piรน roba potรฉ. La nave spaziale gemeva sotto i suoi colpi, come fosse viva. Dopo lโ€™ultimo colpo vacillรฒ e iniziรฒ la sua lenta ma inarrestabile discesa verso la disfatta.
    Aniel attese sulla cima, osservando ancora le stelle che cosรฌ tanto amava e odiava, poi, poco prima di finire schiantata al suolo, balzรฒ in alto e atterrรฒ sulla cima di un palazzo, uno di quelli che non era stato ancora raso al suolo. Sotto di lei una piccola folla aveva assistito alla sua impresa.

    Fu accolta da tutti come unโ€™eroina, nessuno era intimorito dal potere che aveva dimostrato. Aveva ridato la speranza a chi si era ormai arreso alla morte e infuso nuova energia vitale al popolo dei sopravvissuti. Cโ€™era chi la definiva un angelo sceso dal cielo, chi una fortuna, e chi non la definiva in alcun modo ma la venerava in egual misura rispetto agli altri.
    La mensa โ€“ che poi era lo spazio piรน grande di tutta la caverna โ€“ era gremita come non lo era stata mai, anche se solo un quinto di quelli che erano diventati i suoi abitanti era sopravvissuto. Una parte della struttura era crollata e grossi travi di legno erano state messe per sorreggere il soffitto onde evitare che franasse ancora. Allo stesso modo un paio dei cunicoli che conducevano lรฌ non esistevano piรน, spazzati via dalle macerie che ora li riempivano.
    Tutto attorno ai superstiti vi era la prova che gli eventi non facevano che peggiorare, ma la rinnovata speranza che Aniel aveva portato coinvolgeva ogni cosa. Lโ€™agognata libertร  non era piรน un miraggio, ma qualcosa che poteva essere conquistato. E la ragazza era pronta a tutto per vedere finalmente la parola fine su quellโ€™invasione. Per questo prese quella decisione.

    Era uscita fuori. Sua intenzione era farsi catturare e minare poi i conquistatori dallโ€™interno. Ancora meglio sarebbe stato se fosse stata portata vicino ad altri vascelli; piรน ne abbatteva, piรน il dolore per le perdite che aveva dentro si attenuava. O questo era quello che credeva.
    Non le ci volle molto, fu avvistata presto. Aniel attendeva placidamente in piedi con gli occhi socchiusi. Li chiuse del tutto quando si sentรฌ avvolta dal calore; non doveva farsi prendere dalla rabbia, non in quel momento. Le parve di sentire nuovamente quel vento caldo sulla pelle, ma lei scacciรฒ via quel pensiero inquietante e si lasciรฒ portare via.
    Non vide nessuno, fu semplicemente trasportata in una stanza sferica dove giร  si trovavano altri prigionieri. Nessuno la guardava o le rivolgeva parola, erano tutti impauriti e raggomitolati su sรฉ stessi. Aniel rimase in piedi a guardarsi intorno: non sembravano esserci porte, pareti e soffitto si fondevano in una sfera cosรฌ perfetta che non si riusciva a capire dove finiva uno e iniziava lโ€™altro; a parte il pavimento debolmente illuminato, il resto aveva un colore grigio metallico.
    Non riuscรฌ a percepire quando e se la nave spaziale ripartรฌ, la sensazione era quella di immobilitร  assoluta, ma dopo poco un altro prigioniero fu materializzato nella stanza e da come parlava si capiva chiaramente che proveniva da un luogo diverso rispetto a quello in cui aveva vissuto negli ultimi anni. Non sapeva quanto avrebbe dovuto attendere, non voleva che il suo talento si limitasse solo a quel vascello, voleva farne fuori almeno qualcunโ€™altro, ma come capire quando si sarebbe incontrato con le sue sorelle?
    Stava ancora riflettendo quando sentรฌ ancora sulla pelle quel vento caldo che tanto odiava. La vista le si offuscรฒ, ma stavolta non era il suo potere che si stava manifestando, era semplicemente un trasferimento di prigionieri. Nella foschia rossa riuscรฌ a intravedere quello che stava aspettando: una decina di navi spaziali.
    Non attese nemmeno la fine del trasporto, la rabbia che lenta montava dentro di sรฉ scoppiรฒ dalle sue mani con la frusta che giร  conosceva. La driade piroettava come non aveva fatto mai. Aniel distrusse completamente la prima nave senza riuscire a liberarsi dal fascio che la stava trasportando; non sarebbe potuta tornare indietro, non avrebbe potuto uccidere lei stessa coloro che avevano assassinato suo fratello, e pregรฒ che facessero una morte ancora piรน orribile precipitando sulla Terra dallo spazio.
    Finito il trasferimento, Aniel non aspettรฒ che anche questo vascello ripartisse, non che magari ne avesse lโ€™intenzione. La frusta brillava ancora di luce nelle sue mani, gli altri prigionieri che avevano visto la prima nave finire in pezzi se potevano erano ancora piรน spaventati. La ragazza li ignorรฒ e cominciรฒ ad affettare anche quella seconda prigione galleggiante. Stavolta la sua sete di sangue fu soddisfatta: non aveva mai visto tanti alieni tutti insieme, che quella fosse la nave madre?
    Lโ€™odio esplose con ancor piรน forza della rabbia che prese forma nella mano ancora libera come un alone magenta che la circondava e prese ad allungarsi verso tutto ciรฒ che la circondava, fondendo distruggendo e infettando persone e cose. Le parve anche di cogliere espressioni che chiedevano pietร  su quei visi mostruosi, ma lei non ne aveva piรน, voleva solo distruzione e morte.
    Quella specie di velo rossastro si ritrasse per tornare nella sua mano e Aniel in quel momento seppe di essere entrata in comunicazione col vascello, come se le sua mente fosse entrata nel computer della nave; poteva sentire le altre astronavi vicine e ordinar loro di non andarsene. Sentiva anche come poteva passare da una allโ€™altra e poterle finalmente distruggere tutte. Poi sferzรฒ la sua frusta ancora una volta e gli ultimi invasori che erano rimasti vivi furono trucidati.
    Il raggio del trasporto si azionรฒ su volontร  di Aniel trasferendo sรฉ stessa e gli altri prigionieri sulla prossima, prima di finire finalmente il lavoro sulla nave madre e farla esplodere. Usรฒ lo stesso stratagemma per ogni astronave che aveva davanti, portando con sรฉ gli umani e facendo in modo che se ne restassero in disparte al sicuro. Ogni volta le sue mani si macchiavano di sangue alieno, ma la soddisfazione che aveva pensato di provare una volta avuta la sua vendetta venne a mancare.
    Alla fine si rese conto che niente e nessuno poteva ridarle i suoi cari. La disperazione la prese e la circondรฒ con unโ€™aura verde acqua. Nellโ€™urlo che seguรฌ la sua aura esplose insieme allโ€™ultima nave dove si trovava. Nella sua ultima impresa Aniel si era sporcata le mani anche col sangue dei prigionieri che aveva cercato di proteggere mentre distruggeva la flotta nemica. Quando si rese conto di quello che aveva fatto pianse, per la prima volta da quando era iniziata lโ€™invasione.
    La sua aura la proteggeva dal vuoto dello spazio, cercรฒ di volare come aveva giร  fatto una volta per cercare di recuperare coloro che aveva lanciato nello spazio ma fu inutile. Solo un paio di persone furono al sicuro al suo fianco, gli altri cinque se ne andarono alla deriva morendo quasi subito. Aniel morรฌ nello stesso istante.
    Non poteva credere di aver ucciso gente innocente, in quellโ€™attimo si sentรฌ come uno di quegli alieni che aveva assassinato e le venne voglia di rivolgere contro se stessa la rabbia che provava verso i conquistatori. Quelli che si trovavano al sicuro al suo fianco sembravano quasi aver piรน paura di lei che degli alieni, ma non osavano lasciarla per non finire dispersi nello spazio come gli altri. Li avevano visti morire proprio davanti ai loro occhi ed erano ancora sotto shock.
    La ragazza cercรฒ di portare i due sopravvissuti sulla Terra, riusciva a gestire ancora bene il suo potere, anche se lo sentiva scemare; ritrovรฒ il luogo in cui si entrava nel suo rifugio sotterraneo e vi depositรฒ i nuovi inquilini.
    ยซDite loro che Aniel รจ morta e che da questo momento in poi la Terra รจ un luogo sicuro. Io veglierรฒ su di voi, ma non piรน come Aniel.ยป chiese a uno dei due di riferire queste parole a coloro che per anni erano stati suoi vicini di casa. Rabbia, odio e disperazione se nโ€™erano andate lasciando per la prima volta la ragazzina inerme. Voltรฒ le spalle alla sua vecchia vita e pianse ancora; si sentiva sporca e di nuovo sola come quando suo fratello era morto. Ma non era del tutto giusto, in quel momento sentรฌ di aver perso anche il suo ricordo diventando ciรฒ che aveva odiato e combattuto. Mai come allora percepรฌ la gabbia che la teneva rinchiusa in se stessa; come la driade che si era fatta tatuare sulla schiena รจ prigioniera di un albero, anche lei era prigioniera.
    Si incamminรฒ verso un nuovo cammino per redimersi delle colpe di cui si era macchiata.

    โ€œNei sogni della notte i cattivi chiedono perdono ed i buoni uccidono.โ€

    Anonymous ha risposto 12 anni, 8 mesi fa 0 Mago · 0 Risposte
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