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L’angolo della Letteratura
“La più nobile specie di bellezza è quella che non trascina a un tratto, che non scatena assalti tempestosi e inebrianti (una tale bellezza suscita facilmente nausea), ma che si insinua lentamente, che quasi inavvertitamente si porta via con sé e che un giorno ci si ritrova davanti in sogno, ma che alla fine, dopo aver a lungo con modestia giaciuto nel nostro cuore, si impossessa completamente di noi e ci riempie gli occhi di lacrime e il cuore di nostalgia.”Nietzsche, FriedrichQuesto luogo è dedicato a quelli che, come me, hanno trovato nell’arte dello scrivere una fonte d’ispirazione.
Ma anche soltanto a quelli che, leggendo qualche riga, hanno provato emozioni che credono sia giusto condividere.
O a quelli che, infine, in una combinazione di parole hanno trovato il codice per la Bellezza.E siccome questo caldo mi opprime, penso sia giusto cominciare con la mia stagione preferita,
l’attesa e la speranza, che sono i suoi significati più belli.Singolarmente sospinto ad amare
le cose amabili ma non amate,
di tutte le stagioni
amo l’inverno soprattutto;
quella fosca nube che ravvolge il mondo
men somiglia a gelo o a tenebra
che a calore ed a luce addormentati,
e sembra rivestire respirando
la messe che, infante, lievemente
sotto il piumino di neve respira.Non v’è cosa nei campi o nei giardini
che non contenga, a guardarla, serena
la sostanza di cose che si sperano
in primavera, e la testimonianza
dell’estate invisibile.Il caprifoglio, nella brama ardente
della dolcezza della vita, sdegna
ogni ostacol del gelo e del nevischio,
sfugge alla legge del tempo, e gemmare
fa, silenziosamente, foglia nuova,
ed un piccolo ramo vagabondo.Spesso, protetta tra le macchie, come un
distolto dal sonno alla prim’ora,
la primula o la mammola, smarrita,
si sveglia e crede che sia tempo ormai
di rifiorire.Coventry Patmore, “Amo l’inverno”.
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