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  • Manuale di Antiche Rune

    Posted by Anonymous on Aprile 9, 2015 at 6:42 pm

    ANTICHE RUNE – Storia
    I primi sistemi di scrittura ad essere stati inventati (o meglio, i primi sistemi attestati da ritrovamenti) sono nati entrambi in Mesopotamia, attorno al 3200 a.C., e sono la scrittura cuneiforme e quella geroglifica.
    La scrittura cuneiforme, come dice il nome, è caratterizzata da piccoli solchi di varia lunghezza e inclinazione; ma questa forma non è altro che la semplificazione estrema di quello che, secoli prima, era un sistema di scrittura molto simile a quello geroglifico.

    Ad ogni simbolo scritto corrisponde anche un concetto, e non solo un suono o un insieme di suoni. Inoltre, il nome delle lettere è il nome dell’oggetto o animale raffigurato, mentre negli alfabeti più moderni questa corrispondenza è scomparsa del tutto.

    Per questi fattori si avvicina alla scrittura cinese, in cui ad ogni simbolo corrisponde una parola, sia per i suoni che per il significato (per inciso, i kanji giapponesi sono stati presi belli e fatti dai cinesi, che li hanno inventati, i giapponesi hanno solo adattato i suoni alla propria lingua).

    Questi due sistemi di scrittura danno origine, a cascata, tutti i sistemi e gli alfabeti utilizzati oggi e in passato in tutta Europa. Il primo passo da compiere per avvicinarsi al sistema runico è l’alfabeto Fenicio, che comincia ad essere utilizzato in modo massiccio attorno al XV secolo a.C. e che prende origine proprio dal cuneiforme, con le opportune modifiche. L’alfabeto Fenicio è stato forse la prima scrittura alfabetica ad essere utilizzata in modo diffuso – i Fenici tenevano commerci fino ai confini del Mediterraneo, e fondarono città e colonie in parti dell’Europa meridionale e dell’Africa settentrionale.
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    Questo sistema di scrittura però è già completamente diverso da quello da cui si origina: è infatti un alfabeto consonantico puro, ovvero ai singoli segni non corrisponde più un insieme di suoni o una parola (per quanto ogni segno abbia un suo significato e una parola corrispondente), ma bensì un solo suono consonantico. Non esistono, ancora, segni che indichino le vocali, avvicinando questo alfabeto ad un altro alfabeto, ancora oggi utilizzato:

    L’arabo e l’ebraico: entrambe sono scritture definite ’abjad’, proprio per l’assenza delle vocali all’interno delle parole scritte. E siccome molte parole hanno le stesse consonanti ma presentano vocali differenti, immaginatevi la difficoltà nel tradurre un testo dall’arabo o, nel nostro caso, dal fenicio.

    Il prossimo alfabeto che guarderemo brevemente è quello greco antico, che inizia ad essere utilizzato in modo diffuso attorno al 750 a.C., sviluppandosi da quello fenicio.
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    Le lettere greche che rappresentano le vocali sono state prese da suoni consonantici fenici, che in greco non erano e non sono utilizzati.

    L’alfabeto è scritto da destra a sinistra, come nell’alfabeto fenicio! Ma nella sua evoluzione, il greco ha cambiato direzione di scrittura, passando per una fase boustrofedica (la prima riga è scritta da sinistra a destra, la seconda da destra a sinistra, poi di nuovo sinistra a destra, e così via.

    Seguendo un percorso strettamente geografico, il primo alfabeto a nascere dalle influenze greche è quello messapico, utilizzato dalle prime popolazioni italiche ad essersi insediate in Puglia. A causa degli intensi traffici commerciali tra questa zona e la Grecia, è molto probabile che sia questo il primo ad entrare in uso, anche se ci sono altre possibilità storiche. Comunque, senza complicarci troppo la vita (siccome il punto di questa lezione è proprio di darvi un quadro generale, senza scendere nei dettagli), l’ultimo tassello prima di arrivare alle scritture runiche è l’alfabeto etrusco, di cui c’è in realtà poco da dire perché molto simile a quello messapico.
    Quello etrusco è ancora da destra a sinistra, mentre quello messapico, che è a metà, è da sinistra a destra. Inoltre, le lettere hanno perso il loro nome originario, mantenendo solo il simbolo e il valore fonetico.
    Etrusco:
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    Messapico:
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    Eccoci dunque arrivati alle popolazioni germaniche, qui c’è un piccolo problema.
    A causa del materiale utilizzato dalle popolazioni germaniche (per la maggior parte legno), gran parte delle iscrizioni sono andate perdute. I primi reperti risalgono al II secolo d.C., a distanza di più di otto secoli dai primi ritrovamenti di iscrizioni in alfabeti italici. Senza ritrovamenti che permettano di identificare l’utilizzo di un alfabeto intermedio, non possiamo avere la certezza che gli alfabeti runici si siano evoluti da quelli italici. Questa possibilità è comunque la più accreditata, a causa dei frequenti commerci con le popolazioni italiche; ma non è esclusa la possibilità che l’alfabeto sia stato portato a nord direttamente dalle popolazioni greche, e modificato nel corso dei secoli saltando l’intermezzo degli alfabeti messapico ed etrusco.
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    I primi ritrovamenti risalgono al II secolo d.C. e appartengono ad alcune zone della Danimarca, della Norvegia meridionale e parte dell’Europa orientale. Questi erano composti prevalentemente da piccole iscrizioni epigrafiche su piccoli oggetti e armi, quando ancora la scrittura runica non era utilizzata a scrivere testi narrativi o poetici. 
    I successivi ritrovamenti appartengono alla Scandinavia, IV-V secolo. Già a distanza di due secoli il runico ha perduto le funzioni magiche e rituali: viene utilizzato infatti a scopo monumentale e tombale, e ci permette di conoscere attraverso gli enormi reperti parte della mitologia norrena. Mentre tra le popolazioni continentali è rapidamente decaduto a favore dell’alfabeto latino, il futhark antico è sopravvissuto in scandinavia fino al IX-X secolo.

    Anonymous ha risposto 9 anni, 5 mesi fa 0 Mago · 0 Risposte
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