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Storia di una vampira – probabile seguito della saga della Meyer
Ciao! ho deciso di postare anche io qualche mio lavoretto.. 😉 si tratta di vampiri.. l'ho scritta quando ho finito di leggere i libri della Mayer. Non è un granchè, ma.. portate pazienza.. xD
La vedevo spesso, dalla finestra della mia classe. Se ne stava appoggiata al cancello della casa di fronte alla scuola, e osservava i movimenti degli alunni. Non poteva avere più di quindici anni, eppure sembrava una modella venuta dal paradiso. Era bellissima.
Compariva solo nei giorni nuvolosi: lì potevi pur star certo che la vedevi al solito angolo con i suoi occhi ambrati, che scrutava l’edificio. D’estate o nei giorni soleggiati, invece, si volatilizzava.
Alla fine delle lezioni, lei era ancora lì, ma non sembrava disposta a parlare con nessuno. I genitori che aspettavano quelli di prima la osservavano sospettosi, tenendosi a distanza.
I ragazzi più grandi erano i primi a raggiungerla, attirati dalla luce sfolgorante della sua pelle, quasi diafana. Cercavano in tutti i modi di attirare la sua attenzione. Uno perfino l’aveva invitata a salire sulla sua moto, ovviamente nuova, ma lei aveva rifiutato. Se ne andava con passo leggero e con un’eleganza che nessuno aveva mai visto finora, lasciandosi alle spalle lo stormo di ragazzini che la corteggiavano. Nessuno era di suo gradimento.
Ovviamente era l’invidia delle ragazze, che non la degnavano neanche di uno sguardo. Alcune la odiavano, perfino. Poche, come me, provavano ammirazione per lei, un’ammirazione un po’ stupida, si può dire.
Non aveva amiche, e nessuno del vicinato la conosceva, o sapeva dove abitava.
Era comparsa il 24 novembre, davanti al cancello stinto della casa di fronte all’edificio scolastico, appoggiata alla ringhiera rossa come se fosse in un set fotografico, i capelli neri al vento.
Gli alunni la notarono quando finalmente la campanella suonò, e la guardarono un po’ storto mentre attraversavano la porta d’uscita.
Aveva la pelle bianchissima, sembrava di porcellana. Le labbra piene erano rosso sangue, che contrastavano con la sua carnagione pallida. I capelli lunghi e neri, un corpo invidiabile. Gli occhi, quelli spiccavano su tutto, erano colorati d’oro.
Faceva quasi paura.
L’ammirazione dei ragazzi fu generale. Molti spalancarono la bocca, altri fecero le ipotesi più assurde. Una modella? Giravano nella scuola un film con protagonista la ragazza?  Però non c’era nessuna telecamera, nessun regista. Fu per tutti un mistero. Molti cedettero che sarebbe scomparsa, la credevano frutto di un miraggio.
Comparve il giorno seguente, e il giorno seguente ancora. Qualcuno si fece coraggio e le si avvicinò per chiederle come si chiamava. Lei sorrise e si voltò, per andarsene lungo la via. Poi, misteriosamente si volatilizzava. Da quel momento, quando qualcuno le chiedeva qualcosa, compariva sul suo volto quel sorriso magnetico e se ne andava con un’eleganza che faceva piangere qualunque ballerina nei paraggi.
Si seppe di ragazze che erano finite in depressione, alcune per il loro aspetto, altre perché sapevano che non potevano raggiungere la leggerezza della ragazza nella danza.
Alcune la definirono un fantasma, perché dopo che si allontanava dai fan che la accerchiavano, spariva, e nessuno più la vedeva se non il giorno seguente, sempre davanti al cancello.
Sì, forse fantasma era la parola adatta per descriverla.
Un altro particolare che la distingueva dalle altre sue coetanee non era il pallore. Aveva delle occhiaie nerissime, quasi fosse stata coinvolta in una rissa dai giocatori di rugby.
Sparì come era comparsa, l’anno dopo, all’inizio della primavera.
Si seppe poco su di lei. Solo adesso mi sento stupida a non aver pensato all’unico nome con cui si poteva descriverla: Vampira.
Ma me ne accorsi solo tre anni dopo, quando la mia vita da umana terminò.Si, è un po' banale… ma non è tutta la storia. Se volete il seguito, fatemelo sapere.. 🙂
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