Capitolo 7: Il Cappello Parlante

Harry Potter e la Pietra Filosofale

Riassunto del Capitolo

PixSulla soglia del portone d’ingresso, pronta ad accogliere Harry e gli studenti del primo anno, c’era una strega alta, dal volto austero: la professoressa Minerva McGranitt.
Prese in consegna da Hagrid i nuovi studenti e li invitò a seguirla in una stanzetta, oltre la Sala d’ingresso. Qui diede loro il benvenuto a Hogwarts informandoli che li aspettava un evento molto importante: lo Smistamento.
La cerimonia dello Smistamento, come spiegò la professoressa, aveva lo scopo di affidarli a una delle quattro Case della scuola: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde.
Disse poi loro che la Casa alla quale sarebbero stati tra poco assegnati, avrebbe rappresentato la loro famiglia all’interno della scuola e così i loro futuri compagni, con i quali avrebbe condiviso questo onore.
Accennò anche al ruolo che ognuno di loro avrebbe giocato nel far vincere, alla propria Casa, la Coppa delle Case, una grande onorificenza.
Concluso il discorso, la professoressa McGranitt lasciò i ragazzi da soli per un breve momento: la tensione e l’emozione erano visibili sul volto di ciascuno di loro. Harry era nervosissimo, lui, così nuovo al mondo della magia, un mondo al quale apparteneva di diritto ma che ancora gli era ancora sconosciuto.
A sconvolgere l’atmosfera ci pensarono un gruppo di fantasmi, annunciati dalle urla dei presenti.
Ma bastò il ritorno della McGranitt, che annunciava l’inizio della Cerimonia dello Smistamento, a riportare l’ordine.

Furono condotti nella Sala Grande: sfilarono lungo il corridoio tra i quattro tavoli delle Case fino ad arrivare davanti al tavolo degli insegnanti, dove, su uno sgabello, era posto un vecchio, logoro, cappello da mago.
Quale sorpresa fu, quando, da uno strappo del cappello, uscirono delle parole o meglio una canzone.
In rima, il Cappello Parlante, enunciava le caratteristiche delle varie case: Grifondoro, per i coraggiosi di cuore, Tassorosso, per i giusti e i leali, Corvonero, per i pronti di mente, e infine Serpeverde, per gli astuti e gli ambiziosi.
Al termine della filastrocca, i ragazzi del primo anno furono invitati a prender posto, uno alla volta, sullo sgabello. Qui la professoressa Mcgranitt metteva loro in testa il Cappello che prontamente decretava la Casa di appartenenza.
Dopo Abbott Hannah, Brown Lavanda, Granger Hermione, Paciock Neville, e molti altri, venne il turno di Harry. Mentre si dirigeva verso lo sgabello, Harry si accorse che la sala era percorsa da un brusio… “Potter ha detto?”… “Ma proprio quell’Harry Potter?”.
Il cappello era ora sulla sua testa, calato fin sugli occhi e una vocina sussurrava… “Difficile, molto difficile”… Harry si augurò di tutto cuore di non finire a Serpeverde e l’astuto Cappello lo accontentò: Grifondoro!
Si avviò sollevato verso il tavolo dei Grifondoro, dove ritrovò alcuni dei ragazzi conosciuti in treno.
Dopo un po’ lo raggiunse anche Ron. Fu allora che il preside di Hogwarts, Albus Silente (Harry lo aveva riconosciuto grazie alla figurina trovata nella cioccorana, durante il viaggio in treno), si alzò per dare il benvenuto a tutti gli studenti.
Terminato il brevissimo discorso, finalmente poté cominciare il banchetto: in un attimo i piatti si riempirono di ogni leccornia e Harry, affamato come non mai, si riempì il piatto di un po’ di tutto.

Durante la cena ebbe modo di conoscere il fantasma della sua Casa, Sir Nicholas de Mimsy, meglio conosciuto come Nick-Quasi-Senza-Testa, chiamato così perché la sua morte era stata causata, durante un duello, da una decapitazione non perfettamente riuscita.
E poi accadde una cosa curiosa. Harry, guardando verso il tavolo degli insegnanti, incrociò lo sguardo dello stesso uomo che aveva conosciuto al Paiolo Magico, il professor Raptor, e subito avvertì una fitta alla cicatrice sulla fronte.
Non ci pensò poi tanto, anche perché il preside si era nuovamente alzato in piedi per dare alcuni annunci. Al termine del discorso, tutta la scuola intonò l’inno di Hogwarts e alla fine del quale i Grifondoro del primo anno, stanchi e assonnati, furono guidati dal prefetto della loro Casa fino alla Sala Comune, la cui entrata era nascosta da un quadro che si apriva solo con una parola d’ordine.

Finalmente Harry e i suoi compagni di stanza poterono infilarsi sotto le coperte dei loro letti a baldacchino e sprofondare in un sonno profondo. Il sonno di Harry fu turbato da uno strano sogno in cui il turbante del professor Raptor lo invitava a unirsi ai Serpeverde, e poi Malfoy e Piton che si prendevano gioco di lui, e infine un bagliore verde che fece svegliare Harry di soprassalto, madido di sudore. Nonostante tutto Harry riprese sonno e il mattino dopo non conservava più alcun ricordo del sogno.

Riassunto a cura di Barby.
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