In collaborazione con la Guida Harry Potter di Supereva, e in occasione dell’uscita del suo ultimo libro, Marina Lenti ha organizzato assieme al Webmaster di GiratempoWeb, una chat per tutti i fan di Harry Potter e lettori de L’Incatesimo Harry Potter, volta a far conoscere meglio tutti i retroscena del mago più famoso della nostra epoca parlando direttamente con una persona molto esperta in campo e che desidera discutere con i fan di tutte le età.
Marina Lenti, scrittrice de L’Incantesimo Harry Potter vi invita Lunedì 17 Luglio 2006, alle ore 15:00, a partecipare alla chat che si terrà qui sul nostro sito (altri particolari in seguito), coordinata da Emanuele, Webmaster di GiratempoWeb.
Trascrizione della chat di lunedì 17 luglio 2006
Dalla chat di Lunedì 17 Luglio 2006, è stata ricavata una vera e originale intervista a Marina Lenti, le cui domande sono state poste anche dagli utenti del nostro sito e amici di altri siti.
> Benvenuta Marina!
<Marina> Grazie, ciao a tutti.
> Saggio e romanzo: facile o difficile?
<Marina> Scrivere un saggio è più semplice che scrivere un romanzo. Almeno secondo me, poi conosco persone che la pensano diversamente. Un saggio è un lavoraccio sì dal punto di vista della ricerca ma un romanzo lo è perché devi dare credibilità a un mondo e ai suoi personaggi. Sono due tipi di lavori diversi in mia opinione, e il romanzo, sempre a mio parere, è più faticoso. Il che non significa che un saggio sia una passeggiata.
> Parliamo innanzitutto del libro di Marina, L’Incantesimo Harry Potter: come è nata l’idea?
<Marina> Forse vi deluderà ma l’idea non è stata mia: il mio editore ha una collana di saggi e mi ha chiesto se volevo occuparmene, dato che avevo già la Guida e che scrivevo già articoli per il suo portale. L’idea mi piaceva e ho detto di sì, anche se lì per lì non avevo idea di cosa sarebbe uscito; ma del resto se il risultato fosse stato impubblicabile l’editore non aveva alcun obbligo a farlo.
> Dove hai trovato le idee per il libro?
<Marina> Le idee invece sono mie.
> Hai scritto altri libri?
<Marina> Di pubblicato nulla, ma molti articoli su riviste e basta, ma non libri.
>Hai intenzione di scrivere altri libri su Harry Potter? Hai intenzione di aggiornare il saggio con la futura pubblicazione del settimo libro e l’uscita dei nuovi film?
<Marina> Me lo stanno chiedendo in parecchi e in effetti mi è avanzato parecchio materiale dal primo saggio, e credo che il settimo libro fornirà altri spunti per cui se l’editore è interessato può darsi che ci sia un seguito, ma se ci sarà avrà un taglio un po’ diverso da questo anche se sarà pur sempre un saggio.
> Dove hai trovato le tue ispirazioni? Ti è capitato come la Rowling?
<Marina> In un certo senso c’è un buffo episodio che mi riconduce alla Rowling. Quando mi sono messaa pensare ad un indice per il saggio stavo anch’io su un treno e ho tirato fuori carta e penna fissando l’ossatura che poi ho effettivamente ho usato. A mio parere le stazioni sono piene di idee che aspettano di essere catturate.
> Quali sono state le cose più difficili – e facili – incontrate nella stesura del saggio?
<Marina> Una delle cose più difficili è stato capire come organizzare il lavoro e catalogare il materiale. Difficile è stato anche scrivere del film sul Calice di Fuoco quando ancora non c’era il dvd: Ho dovuto fare qualche figuraccia rivedendolo in sala armata di pila e taccuino!
> Che genere di libri ti piace?
<Marina> I miei generi preferiti: mi piace il fantastico ma in genere non il fantasy, a parte qualche eccezione come il Signore degli Anelli o la Storia Infinita. Harry Potter lo considero appartenente al filone fantastico più che al fantasy, ma è anche vero che sono catalogazioni soggettive. Un libro che adoro è il Piccolo Principe e un altro Il Gabbiano J. Livinston.
Poi sono anche una divoratrice di saggistica, specialmente psicanalitica.
> Parlando del Principe Mezzosangue, che compare nel tuo saggio; il tuo lavoro è cominciato prima del 16 luglio 2005: hai dovuto integrare molto e con difficoltà i contenuti?
<Marina> No, non ho dovuto fare un gran lavoro di integrazione; fortunatamente ogni capitolo è a se stante.
> Puoi elencare i vari argomenti di cui tratta il tuo saggio?
<Marina> Parla della struttura dei libri, della lavorazione dei film, degli effetti speciali, della produzione e anche della ‘magia’ che ha spinto la Rowling, la sua idea alla conquista del mondo.
Quest’ultima rappresenta un po’ la fiaba nella fiaba. Poi ci sono alcune letture psicologiche, come quella sul Torneo Tremaghi o il profilo criminale di Voldemort.
> Secondo te un giorno uscirà l’edizione tradotta con i nomi in originale come è successo per Il Signore degli Anelli?
<Marina> Difficile dirlo, la Salani forse non ha interesse ad enfatizzare le critiche; forse quando i diritti decadranno e qualcun’altro potrà pubblicare il libro, accadrà. Infine c’è una sezione che racconta le vicende giudiziarie della Rowling e della Warner Bros.
> Quanto è apprezzata la saggistica in Italia?
<Marina> Dunque prima di passare “dall’altra parte della barricata”, da lettrice ad autrice, non mi ero accorta di quanto fosse un genere poco amato. Credo sia perchè la gente pensa che sia una cosa necessariamente barbosa. La saggistica, a mio parere, è un genere molto bello, basta scegliere con cura argomenti che ci interessano e valutare pian piano i vari autori. Con la pratica si capisce quale autore ci piace di più o di meno, esattamente come per la narrativa.
> Come tu hai detto prima, sei un’esordiente in questo campo, è il primo libro che pubblichi: quali sono le difficoltà per una piccola edizione di avere visibilità nel mercato letterario?
<Marina> E’ difficilissimo. Molto più che, ad esempio, promuovere un disco di esordienti, perchè la musica la puoi portare in giro, un libro molto meno. Perché di musica c’è molta richiesta, di appuntamenti con la lettura poca.
Inoltre, essere in libreria non significa necessariamente essere visibile. Essere in libreria, per un editore, è un grosso sforzo economico, perché i distributori vogliono essere pagati bene per il lavoro di intermediazione con le librerie. Ma giunti in libreria si è solo a metà del cammino, perché ci sono migliaia di libri fra cui scegliere e con cui confondersi. Un altro problema è la collocazione dei libri: il mio lo mettono a volte in posti assurdi: ad esempio, una volta mi è stato segnalato fra i prescolastici.
> La pubblicità costa molto, forse fin troppo: è forse per questo e per altri motivi che i nuovi editori fanno fatica a sfondare sul mercato?
<Marina> La pubblicità sui media tradizionali grossi per un piccolo autore/editore è impossibile. Bisogna arrangiarsi con i piccoli e col passaparola. Una fortuna in più, oggi, è internet, ma è comunque poca cosa.
>Fin dall’inizio J.K:Rowling ha sempre collaborato per i film, per non rischiare che qualcuno rovinasse il suo libro, e così è stato per i primi due film. Al terzo la trama è stravolta, ma JKR nell’intervista sul dvd si ritiene soddisfatta. E sul quarto cosa ne pensa? All’uscita nei cinema JKR ha addirittura aspettato settimane prima di vedere il film. Nessuna intervista nel dvd. Sembra che sia scomparsa.
<Marina> Credo che alcune nel film cose vanno per forza cambiate, se no non puoi trasporle su schermo. E’ come fare una traduzione: da linguaggio scritto a quello visivo. In mia opinione la Rowling è adesso troppo assorbita dalla famiglia: tre figli non sono uno scherzo e la pressione sulle nuove stesure dei libri è già un levitano. Secondo me non ha più semplicemente tempo di seguire i film. E’ sicuro che non l’abbiano “buttata fuori” perchè non possono farlo per contratto, ma se lei non ha tempo, non può nemmeno protestare se la produzione va avanti.
Libro e film sono due mezzi diversi, però io non sono tanto d’accordo sul fatto di applicare come un alibi questa cosa ai film di Harry Potter, perché, diciamocelo, non si tratta di intenti artistici ma dichiaratamente commerciali, pur se bei film.
> Cosa ne pensi dei film di Harry Potter?
<Marina> I film? Mi piacciono molto i primi due, anche se la critica ‘seria’ dice che sono infantili. Ma a me piacciono proprio per l’aura dorata e fatata che emanano. Non mi piace molto il terzo, anche se studiando il materiale per il saggio l’ho rivalutato, perché mi sono resa meglio conto degli intenti di Cuaron. Tuttavia mi sembra troppo gotico per i miei gusti. Il quarto, a mio parere è il peggiore: trama lacunosa, niente magia. Grandi effetti ma paradossalmente poca magia, come dicevamo prima. Anche se concordo sulla maggiorpresenza di umorismo. Il secodno film, come il secondo libro, è misteriosamente il meno apprezzato, non ho mai capito perchè. A mio parere è avvincente come un giallo, eppure di solito viene citato fra i meno belli
> Quali sono i tuoi personaggi preferiti?
<Marina> Confesso che io non impazzisco per nessuno dei tre protagonisti principali. Il mio debole è per Sirius. Poi mi piace la McGranitt;Lupin è un bel personaggio ma un po’ troppo perfettino.
Trovo assolutamente irresistibile anche l’interpretazione di Lucius che ne dà Jason Isaacs
Piton è antipatico ma caratterizzato splendidamente.
>Grazie per la tua collaborazione, Marina.
<Marina> Grazie a tutti ragazzi, è stata una piacevolissima chiacchierata. E grazie a Emanuele x l’ospitalità. che un piacere. Alla prossima!
Inoltre, Marina Lenti, ha posto delle domande ai nostri utenti.
<Marina> Ora faccio io una domanda a chi di voi l’ha letto o lo sta leggendo. Vi piace? Cosa vi prende e cosa non vi convince? Ogni lettore ha i suoi punti favoriti e i suoi punti che lo interessano meno.
<CharlotteDoyle> Io ho apprezzato molto la spiegazione delle scelte della traduzione italiana, perché devo ammettere che per la metà da sola non ero riuscita a capirle (e anche giustamente, insomma… )
<Emanuele> la cosa per ora più difficile da seguire sono i punti in cui parli dei tratti psicologici dei personaggi, però molto interessanti, perchè di psicologia non avevo mai letto nulla!
<Marina> Ho cercato di semplificare al massimo quelle pari, ma capisco che per chi è totalmente digiuno possano risultare un po’ ostiche. Il mio consiglio è di rileggere qualche volta in più e altri dettagli si chiariranno man mano.
<CharlotteDoyle> un’altra cosa che ho trovato molto interessante – e questo perché è una mia passione – è stata la delineazione dei parallelismi tra la saga di Harry Potter e “il cammino dell’eroe”, o che dir si voglia i topos della fiaba.
<Valerie Black> una mia amica però lo ha letto e ne parla molto bene! e me lo ha consigliato! deve essere interessante capire da un altro punto di vista i profili psicologici dei personaggi! sono convinta che capirei di più…specialmente negli ultimi tempi…
Nel libro di Marina Lenti, ci si avventura spesso nella scelta delle traduzioni italiane dei nomi…
<Marina> Traduzioni: beh, naturalmente si tratta di critiche personali, nel senso che il significato è un fatto oggettivo e non opinabile ma le soluzini altrenative proposte, sia dalle traduttrici che da me possono essere tranquilalmente discusse proprio perché la traduzione di una lingua è qualcosa di poco afferrabile da un’unica angolazione. Tuttavia non proporre qualche soluzione non mi sembrava onesto: una volta analizzzato il vocabolo, mi sembava intetllettualmente corretto proporre un’alternativa, correndo lo stesso rischio dei traduttori di espormi al giudizio altrui, in realtà mi è stato ‘contestato’ l’aver un po’ siorvolato quelle taduzioni, ma una gran parte rientrava nelle considerazioni già fatte per gli altri libri e per il resto lo spazio inziava a scarseggiare.
Per coloro che hanno posto direttamente domande a Marina Lenti contribuendo a questa fantastica chat, ringrazio in particolare
ginny92′
fra91
joey sayers
Valerie Black
CharlotteDoyle
Silrn
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