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Bellatrix Lestrange: un nome, una condanna
CAPITOLO 1
Una mano ciondolava sul pavimento di pietra…la mano di una donna che giaceva supina su una scomoda asse di legno, con indosso dei vecchi stracchi e la mente vuota, svuotata di ogni pensiero felice. Del resto, come ogni essere umano rinchiuso ad Azkaban, che aveva ormai perso ogni speranza, lasciando il posto ad una pazzia sempre più crescente.
Bellatrix era ormai niente più di quello, consumata dalla convinzione che il Signore Oscuro sarebbe rinato per la seconda volta… e l’avrebbe portata via da lì! La mano si arrestò e gli occhi si spalancarono… Due grandi occhi grigi e privi di calore guardarono verso le sbarre mentre un ragazzo ventenne veniva accompagnato all’interno della cella da un impaurito mago.
Bella osservò Harry Potter: colui che aveva distrutto il suo padrone, aveva ucciso Voldemort e l’aveva fatta tornare dietro le sbarre a marcire in una putrida cella circondata da dissennatori. Le mani scattarono e Bella si alzò inveendo contro il giovane ed avvicinandosi minacciosamente, cercando di acciuffarlo, vendicare il suo padrone, farlo a pezzi. Ma Harry era abbastanza scaltro da alzare leggermente la bacchetta ed invitando Bella a risedersi, si accomodò sullo sgabello di fronte al letto rivolgendo alla donna un sorrisetto di sufficienza. Quanto lo odiava… le viscere si attorcigliavano solo all’udire il suo nome, figuriamoci ad averlo seduto davanti!
– Che cosa vuoi? – chiese Bellatrix con una voce innaturale, a metà tra l’arrabbiato e il confuso, divenuta un po’ roca a furia di non essere usata…
Harry osservò la cella, poi lo sgabello e infine la donna che gli rivolgeva uno sguardo interrogativo. Poi disse:
– Ho bisogno di te, Lestrange!- la strega era rimasta esterrefatta.
– Umpf…Bella faccia tosta! Prima mi rinchiudi qui e poi vorresti il mio aiuto? Te lo puoi scordare! – e incrociò le braccia.
Harry la guardò di nuovo negli occhi e disse:
– Non potevo fare diversamente… tu hai ucciso, Bella, ricordatelo…-
Bellatrix lo guardò,non era minimamente interessata ad aiutare quello sporco mezzosangue a meno che… ma cacciò via il pensiero, sperando che Harry non se ne fosse accorto.
– Che c’è Lestrange? Magari ti è venuto in mente questo?- e da sotto il mantello Harry estrasse un bracciale di fine perla, con incastonate delle pietre preziose. Bellatrix si fece sfuggire un gridolino e poi tese le mani per afferrare l’oggetto, ritratto subito dal giovane.
– DAMMELO! Mi appartiene!- urlò Bellatrix cercando di strapparglielo di mano.
– Te l’ho darò… ma in cambio devi raccontarmi di Voldemort –
La donna si fermò e lo guardò impietrita.
– C-che cosa vuoi sapere da me sul Signore Oscuro? –
– Mi devi raccontare di come ti sei unita a lui e di come ha preso il potere… –
– NO! – gridò di nuovo Bellatrix – NON DIRò NIENTE…SONO LA SEGUACE Più FELEDE, NON POSSO DIRE NIENTE! –
Harry la osservò senza neanche un sussulto, disse semplicemente:
– Niente informazioni, niente bracciale… – e si alzò dirigendosi verso la porta della cella.
– ASPETTA! – gridò nuovamente Bellatrix – quello è mio… è un suo regalo per me… non puoi tenerlo tu! – le sue parole si persero per qualche secondo ed Harry alzò un sopracciglio aspettando che la donna decidesse.
– Va bene…ti dirò tutto… – e tornò a sedersi sul letto.
Harry espresse un chiaro sorriso di trionfo e si risedette sullo sgabello aspettando che Bella iniziasse…CAPITOLO 2
L’aria nella cella era diventata più pesante, mano a mano che i deboli raggi del sole scaldavano le mura di pietra. Bellatrix era ancora muta, rimuginando sugli eventi passati… quanti ricordi! E finalmente… ricordò quello che voleva: il suo primo incontro con il Signore Oscuro. Harry era rimasto zitto e Bellatrix iniziò a raccontare:
– Era il 1978…o 1979… non ricordo. Ero appena uscita dal settimo anno di Hogwarts e stavo cercando un lavoro. Mia madre e mio padre non volevano che io viaggiassi ,ma io mi ero messa in testa di voler girare il mondo e così partii. Girai tutta l’Inghilterra e sentì parlare di Lord Voldemort, un potente mago che stava cercando delle persone dal sangue puro e che esortava le stesse a liberare il mondo della magia da quelli definiti “Mezzosangue”. Io, da buon Purosangue, fui incuriosita da quelle idee e mi convinsi che erano quelle giuste! In fondo i Mezzosangue erano e rimangono sempre feccia no? –
Harry la guardò di sbieco e Bella capì che il caro Potter non era dello stesso suo avviso… tse… Babbanofilo del cavolo… comunque continuò:
– Allora mi dissero che se volevo incontrare Il Signore Oscuro dovevo cercare uno dei suoi seguaci, detti Mangiamorte, e dirle una parola speciale… ovviamente sto parlando del Marchio Nero! E iniziai a cercare. Le tracce mi riportarono a Londra dove scoprii di non essere l’unica a volersi unire ai Mangiamorte. Perfino la mia famiglia si era unita a lui! Perciò tornai a casa e mia madre e mio padre furono ben felici di sapere che io la pensavo esattamente come loro. Perciò il passo da lì era breve: dovevo solo incontrare Lord Voldemort e chiedergli se ero idonea ad entrare nelle sue fila. Fu Lucius Malfoy a trovare un aggancio e mi disse che lo avrei incontrato il venerdì alle ventitre nella Stamberga Strillante. Devo ammettere che quel luogo non m era mai piaciuto. Quando ero a scuola dicevano che era infestato da fantasmi e non ci si poteva avvicinare. Tuttavia il mio desiderio di incontrare il Signore Oscuro era forte e ci andai. Mi materializzai a pochi metri dalla casa e vidi altre persone che confluivano verso essa: allora non ero la sola che doveva incontrarlo! Arrivata alla casa entrai furtivamente insieme ad altre cinque o sei persone e delle figure incappucciate condussero tutti nel Salone Principale. C’era un fastidioso bisbiglio nell’aria, che si interruppe quando lui apparve! Arrivò da una porta laterale e le persone incappucciate si inchinarono davanti alla sua persona. Anche il gruppo in cui ero io si inchinò e io feci lo stesso. Lui camminò fino ad una specie di rialzo da cui si vedeva bene il suo profilo esile e notai immediatamente gli occhi brillanti di un rosso sangue e le lunghe dita sottili che fecero scivolare dal mantello un medaglione che venne posato su un tavolo alle sue spalle…- Harry la interruppe:
– Un… medaglione? Sei sicura?- il suo tono era un pochino più eccitato, ma Bellatrix non se ne accorse.
– Ovvio! Me lo ricordo bene… perché mi fai questa domanda? – chiese un po’ sorpresa dallo strano sguardo del ragazzo.
– Niente, niente… continua! –
– Uhm… va bene – disse poi la donna e continuò:
– Il Signore Oscuro cominciò a parlare e disse che era felice di vedere che nuovi maghi e nuove streghe volevano unirsi a lui, che il Ministero non voleva che lui e i suoi Mangiamorte si riunissero perchè era un governo di babbanofili e Mezzosangue… che si doveva cambiare! Che era giunto il momento di conquistare il mondo dei maghi e che solo lui aveva il potere di farlo… sono rimasta affascinata! Un uomo con quelle idee e con tutto quel potere… non potevo… non VOLEVO tirarmi indietro! Così alla fine della riunione ero certa: sarei diventata una Mangiamorte e sarei per sempre rimasta fedele al Signore Oscuro…CAPITOLO 3
I dissennatori continuavano a fluttuare inquieti lungo il corridoio delle celle. Chissà perché erano così nervosi. Forse non gli piaceva la presenza di Harry. Ma Bellatrix non sembrava accorgersi dei movimenti delle creature intenta a ripassare eventi che erano oramai lontani nel tempo.
– Dopo quella serata mi dissero che il giorno dopo sarei potuta diventare una Mangiamorte solo se mi sottoponevo ad un Rito. Accettai con entusiasmo, non vedevo l’ora! Così andai di nuovo alla Stamberga e lì notai di essere sola. Non mi piaceva e stavo sfilando la bacchetta quando il Signore Oscuro mi apparve davanti all’improvviso. Io mi inchinai e lui parlò:
– Allora… Bellatrix… come mai ti vuoi unire a me? –
Io risposi semplicemente che condividevo le sue idee e lui mi chiese fino a che punto mi sarei potuta spingere per proseguirle. Non lo sapevo. Risposi che avrei fatto di tutto… e lui utilizzò la Legilimanzia. Lo sentii che scavava nella mia mente… alla fine disse semplicemente:
– Tendi il braccio! –
Io lo feci e lui, estraendo la bacchetta, disse una formula. Sentii l’avambraccio bruciare e guardandolo notai il Marchio Nero impresso a fondo nella pelle, che luccicava sinistro.
– Ora sei una Mangiamorte, Bellatrix – mi disse – non tollero i fallimenti, sappilo! –
Gli anni successivi furono fantastici!
Il potere di Voldemort cresceva e io diventavo sempre più forte insieme a lui. Altri si univano alla sua causa e il Ministero era in ginocchio. Perfino Silente era in difficoltà. Ma poi successe l’imprevedibile… un bambino… il figlio di James e Lily Potter… TU! – Bellatrix si fermò e guardò Harry negli occhi con un odio smisurato che il ragazzo percepì addirittura da una certa distanza… Bella si alzò e marciò verso di lui, ad ogni passo una parola:
– Tu… –
Un passo ed Harry fece scattare la mano sulla bacchetta
– …se tu non ci fossi stato… –
Un altro passo ed Harry si alzò con la bacchetta stretta in pugno
– …non sarei mai finita in questa squallida cella… –
Erano praticamente naso a naso…
– …è tutta colpa tua! – urlò infine Bella battendo un pugno sul muro, a pochi centimetri dalla testa di Harry, che disse solamente:
– Già… è colpa mia se un pazzo psicopatico è rimasto più vivo che morto per quasi 14 anni…-
Bellatrix si ritirò e si risedette, borbottando qualcosa sommessamente e mettendosi le mani nei capelli.
Era chiaro che la pazzia ormai era diventata più forte. Harry si sistemò nuovamente sullo sgabello. Doveva assolutamente scoprire una cosa, e così domandò:
– E quando Voldemort è caduto? Questo – e tirò fuori il bracciale di perla – dove l’hai preso?-
Bellatrix alzò lo sguardo e il luccichio delle perle brillò nel riflesso dei suoi occhi grigi… inclinò leggermente la testa e rispose:
– Me l’ha dato lui… da custodire! A Lucius un diario, a me il bracciale… ma io l’ho perduto, quando mi hanno catturato… il bracciale è scomparso… lui si è arrabbiato tanto quando è tornato e mi ha punita – e un brivido gli percorse la schiena – ma ora… tu me lo ridarai… – e calò il silenzio.
– Devo ancora sapere una cosa – disse Harry
– Ancora? – chiese la donna
– Sì… devi dirmi… ha dato a qualcun’altro degli oggetti da custodire? –CAPITOLO 4
Bellatrix era perplessa. Che diavolo voleva Potter? Da come gli brillavano gli occhi, al ragazzo, doveva essere qualcosa di importante… quel luccichio lo aveva già visto.
– Allora? – chiese impazientemente Harry.
– Perché me lo chiedi? Cosa c’è sotto? – Bellatrix sapeva che non glielo avrebbe mai rivelato, ma Harry la sorprese:
– Si tratta di una cosa molto importante… lo sai a chi apparteneva il bracciale che tu desideri tanto? –
Bellatrix scosse la testa.
– E’ il bracciale di Cosetta Corvonero, uno dei fondatori di Hogwarts. Ne sono venuto in possesso un mesetto fa, trovato da Mundungus Fletcher in una delle regioni della Scozia… sembrava che non sapesse neanche lui il vero valore di questo oggetto –
Bellatrix non capiva dove voleva arrivare il ragazzo. Era il bracciale di Corvonero e allora? Che cosa gli importava a Potter di un bracciale?
– Sai… ultimamente mi sto appassionando dei fondatori di Hogwarts e vorrei ritrovare le loro reliquie… un innoquo hobby…-
Ma Harry si era tradito… Bellatrix aveva notato il lieve luccichio negli occhi… l’aveva visto quando il Signore Oscuro mentiva… un piccolo bagliore… che però non gli era sfiggito.
– BUGIARDO! – gridò Bellatrix ed Harry fu colto alla sprovvista. La mano della donna si chiuse in un pugno e colpì il volto di Harry, prima che lui potesse fare qualche altra cosa.
I dissenatori accorsero numerosi e Bellatrix si rifugiò in un angolo ,balbettando convulsamente. Harry cacciò i dissennatori e si asciugò il sangue che gli era uscito dal labbro.
– Dannazione! – imprecò il giovane. Bellatrix era ancora nell’angolo, ma riaquistata un po’ di lucidità si risedette sul letto, come se nulla fosse successo. Harry la guardò storto, il labbro pulsava… La donna lo guardò con un sorrisetto mieloso, come se non l’avesse riconosciuto, e chiese:
– Che vuoi? – con una voce da bambinetta delle Elementari.
Harry rimase sorpreso, era la pazzia quella? Se era così era veramente messa male… il ragazzo pensò un attimo alla domanda da fargli, magari quella era l’unica occasione che aveva di saperlo… di sapere dov’era quel maledetto medaglione! L’unica cosa che ancora teneva in vita Voldemort e che lui non riusciva a trovare. L’aveva sconfitto, certo, ma non era riuscito a distruggere quell’ultimo Horcrux che teneva Voldemort in una stato di semi-vita, come lo era 9 anni prima… Ma che ancora lo rendeva pericoloso!
Harry provò con la domanda più diretta possibile… almeno avrebbe evitato altri pugni in faccia.
– Bellatrix, sai dov’è il medaglione di Salazaar Serpeverde? –
Bella lo guardò,i suoi occhi grigi erano insolitamente acquosi e la testa gli ciondolava da una parte all’altra. Quando parlò la sua voce era brillantina e ad Harry non piacque molto:
– Io? Io non so niente di medaglioni…il Signore Oscuro aveva un medaglione…bello e lucido…ma tu chi sei? –
Harry era decisamente preoccupato…era proprio impazzita…però aveva l’informazione che cercava, così chiese:
– Proprio quel medaglione… senti dov’è che Voldemort lo teneva? –
– Ma come non lo sai? – disse Bellatrix – ma è nella Stamberga Strillante, no?-
Harry la guardò e un sorrisetto gli apparve sul viso. Aveva quello che voleva. Battè due colpi con la bacchetta e il mago impaurito di prima apparve sulla soglia aprendogli la porta della cella.
– Addio Lestrange! – disse Harry a Bellatrix e si allontanò.
La porta fu prontamente richiusa e Bellatrix continuò a parlare sommessamente da sola… poi tacque e guardò di nuovo le sbarre. Si rese conto di quello che aveva detto e pensò a Potter…il bracciale! Dalla rabbia scaraventò lo sgabello contro il muro e quello si ruppe. Bellatrix iniziò ad urlare e a lamentarsi…
Come aveva fatto ad essere così stupida? Aveva detto a Potter quello che Potter voleva…
Iniziò a ciondolare avanti e indietro….le mani tra i capelli.. Poi tacque un’altra volta e iniziò a ridere,una risata vuota………Fine
Ancora nessuna risposta. Inizi tu?
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