-
L’Unico Amore di Tom
CAPITOLO 1
Si respirava aria di neve ad Hogwarts e Tom e i suoi amici restavano rintanati nei sotterranei della scuola,nella calda e verdognola sala comune dei Serpeverde… bhe, chiamare amici i coetanei con cui Tom stava parlando era esagerato. Per lui, quei ragazzi erano solo un passatempo, un branco di smidollati che si erano uniti a lui solo per guadagnare un po’ del suo potere e della sua fama, già enorme per i suoi sedici anni. Tom Orvoloson Riddle non aveva amici e sicuramente non ne desiderava, ma amava aver accanto dei seguaci, delle persone che, ad un suo cenno, facessero esattamente cosa lui desiderava senza alcuna protesta. Molti definirebbero questo atteggiamento “egocentrismo” oppure “bullismo”, ma quello che faceva Tom era completamente diverso. Riusciva ad ottenere tutto quello che voleva utilizzando solo la voce, cosa non comune tra i sedicenni, e non contando sul fatto di appartenere ad una famiglia ricca o stimata in quanto era orfano dalla nascita. Restava il fatto che le cose gli andavano sempre bene ed era uno studente modello, amato dai professori per il suo intelletto e per la sua maestria nelle arti magiche e rispettato dagli studenti, anche più vecchi di lui. Comunque tutto questo a Tom non importava. Ora stava pensando ad altro, ad una sola cosa: Crystall. Come aveva potuto una ragazzina ridurlo in quello stato? A ridurlo ad una specie di robot fisso su un unico argomento? Non riusciva a capirlo, ma una cosa era certa: lui ora viveva per vederla arrivare nella Sala Grande, facendo mulinare i suoi lunghi capelli dorati e per sentire il suono della sua voce nelle interminabili ore di lezione a volte sicura, altre volte incerta, sulle risposte da dare al professore. Ancora si chiedeva come avesse potuto essere così stupido, ma ormai il danno era fatto: Tom Orvoloson Riddle, lo stimato ed imperscrutabile studente, si era innamorato…
CAPITOLO 2
L’inverno si rivelò di un freddo pungente nei giorni successivi e, dalle fessure delle vecchie pareti del castello, perpetravano gelidi soffi d’aria che fecero battere i denti a tutti gli studenti della scuola.
I pensieri di Tom spaziavano molto più spesso dalle parti di Crystall che dalle parti dello studio e dei libri e i professori si accorsero del suo calo di rendimento costringendolo a ore extra di studio in biblioteca e portando il suo morale a terra. Ogni sera,dunque,si recava in biblioteca con i suoi amici e rimaneva fino a tardi con il naso sui libri ignorando i suoi compagni di studio che si rigiravano i pollici e stavano in silenzio, aspettando un suo gesto per parlare. Una sera Lucius disse: «Ehm…Tom? Io dovrei andare..» tutti i presenti al tavolo si girarono a guardarlo e Tom lo scrutò dalla cima della sua copia di Magie Avanzate, con un cipiglio tra il sorpreso e l’arrabbiato. «A quanto pare ti sei stancato di seguirmi, Lucius… molto bene, vai!» Lucius cercò di ribattere, ma il ragazzo lo interruppe: «Ho detto..VAI!» la sua voce rimbombò per tutta la biblioteca e Lucius si dileguò dal tavolo con la velocità di un fulmine, lasciando una marea di brusii derivati dalla sua assenza. Tom non lo sopportava, quegli inetti stavano disturbando il suo studio e per di più non parlavano neanche con lui. Lo stavano mettendo da parte. Non dovevano assolutamente comportarsi così. «ZITTI!» ordinò Tom e i ragazzi si ammotolirono all’istante «Tutti fuori… tutti!! Non voglio più avervi tra i piedi fino a domani!!». I suoi amici se ne andarono in silenzio e lo lasciarono lì, a scervellarsi su un incantesimo raggelante che era parecchio complicato.Le ore passarono e Tom abbandonò i libri per concedere alle sue meningi un po’ di riposo, sfoderò la bacchetta e sussurò un incantesimo («Stupeficium!») che colpì il bordo di uno scaffale, rimbalzò e fece sfrecciare per la stanza alcuni libri, colpendo una figura femminile che stillò un’imprecazione. Tom si alzò dalla sedia e corse a vedere chi fosse.
Il cuore saltò un battito. Per terra, sommersa da una marea di libri, c’era Crystall con i capelli che gli ricadevano sul viso intenta a massaggiarsi la testa e a guardarlo furiosa: Che diavolo fai?! Mi hai fatto male! Aiutami ad alzarmi, dai…» Tom le tese la mano e la aiutò ad alzarsi, pensando a cosa avrebbero detto i suoi compagni Serpreverde se lo avessero visto ad aiutare una ragazza. Crystall afferò la sua mano e si sedette su un tavolo, guardandolo storto: «Allora?! Che ti è saltato in mente?» Tom si affrettò a rispondere: «Scusa, non volevo colpire te! Stavo provando un incantesimo e i libri sono caduti… comunque io sono Tom Riddle.»
L a ragazza lo guardò dalla testa in su e poi rispose: «Crystall Vaine, piacere. Comunque pensavo che non ci fosse nessuno a quest’ora, ero venuta perché mi ero dimenticata la borsa e mi sono ritrovata investita da dei libri… che cosa assurda…» rise e Tom si sedette vicino a lei spiegandole il motivo della sua presenza e incominciando una conversazione che occupò le due ore seguenti.
Tom la trovava splendida! Il suo modo di fare, il suo viso, i suoi ragionamenti… Gli piaceva tutto di lei. E così si buttò: gli chiese di uscire con lui. Crystall lo osservò intensamente, come a svelare un trucco che non c’era, e poi accettò con il suo viso radioso e concordarono di vedersi il Sabato per visitare Hogsmeade… insieme.
Si lasciarono davanti alla porta della biblioteca e Tom arrivò in Sala Comune felice e sereno, gettandosi nel letto e pensando a quello che avrebbe fatto due giorni dopo.CAPITOLO 3
Il sabato arrivò in un lampo, lasciando sul vialetto un metro buono di neve e facendo comparire nella testa di Tom un nervosismo che non lo faceva stare fermo. Non riusciva a capire perché era così nervoso. In fondo era solo una ragazza ,no? Doveva stare calmo, calmo… si avviò al portone d’ingresso e, con la faccia più serafica che poteva, salutò Crystall che lo aspettava appoggiata ad un pilastro di pietra. Si avviarono per il vialetto, riparandosi dal freddo e conversando amabilmente, soprattutto sulle materie di Hogwarts e su incantesimi complicati, ma anche sul quidditch e sugli sport che li appassionavano. Tom trovava sempre più facile parlare con lei e la cosa lo incuriosiva: possibile che fosse la persona giusta? Quella di cui si poteva realmente fidare e con cui non doveva mentire? Non lo sapeva, ma la cosa al momento non gli importava molto, intento com’era a cercare di entrare ai “Tre Manici di Scopa” con Crystall che ancora parlava al suo fianco.
Superati un mago barbuto e un goblin puzzolente, si sedettero ad un tavolo e ordinarono due Burrobirre.
Tom notò un braccialetto al polso di Crystall che portava uno strano simbolo, una specie di stemma che Tom non vedeva bene e che chiese di poter guardare da più vicino. Crystall gli porse il braccio e Tom esaminò il braccialetto: non ci poteva credere, era proprio lo stemma di Grifondoro!
Crystall ritirò il braccio e gli raccontò che lei discendeva da Godric Grifondoro da via materna e che quello era un bracciale prezioso, tramandato da generazioni e generazioni. Restarono a chiaccherare fino a che le loro Burrobirre non furono fredde e poi si rituffarono nella via affollata. Tom, per evitare la ressa, deviò in uno dei vicoli laterali e Crystall lo seguì con i capelli che volteggiavano per il forte vento.
«Fa freddino eh?» chiese Tom alla ragazza, vedendola stringersi la sciarpa sul collo.
«Già» rispose lei «e si scivolaaaa…» lo stivale di Crystall perse la sua aderenza e la ragazza perse l’equilibrio.
Tom la afferrò al volo e la strinse a sè per non farla cadere. Lei si aggrappò alle sue spalle e si ritrovaro con i nasi a pochi centimetri l’uno dall’altro. Crystall diventò rossa e Tom stava per lasciarla andare quando lei chiuse gli occhi e gli sussurò: «Sei proprio fantastico, sai?» Tom stava per dire qualcosa, ma la sua voce non uscì dalle labbra che si incollarono a quelle di Crytall per un magico, meraviglioso minuto. Quando si staccarono, Tom non sentiva neanche freddo e non gli importava della neve che gli oscurava la vista, ma guardò il volto sorridente della ragazza con la quale, ne era certo, avrebbe passato molti altri momenti felici e con la quale avrebbe potuto essere veramente sè stesso. Forse per la prima volta nella sua vita.CAPITOLO 4
La neve cominciò a sciogliersi ed un timido sole fece capolino dalle nuvole, diradando la foschia che aveva regnato per giorni. Come quel sole, Crystall scaldava il cuore di Tom, facendolo uscire dalla tenebra che lo aveva sempre oscurato e facendolo sentire vivo e felice. Le loro giornate erano sempre più serene e Tom non riusciva a scollare gli occhi di dosso alla ragazza e pativa per ogni suo allontamento, dovuto magari, anche solo, ad una lezione differente. Le cose, dunque, andavano a gonfie vele e non c’era ad Hogwarts una coppia più felice e più invidiata di quella formata da Tom e Crystall.
Una sera Crystall disse: «Tom? Ti devo dire una cosa». Quelle parole misero in allarme la mente di Tom che prestò massima attenzione alla ragazza.
«Ascolta, io domani devo andare ad Hogsmeade. Vieni anche tu?».
Tom tirò un sospiro di sollievo… aveva temuto che volesse lasciarlo. Purtroppo dovette rifiutare l’offerta in quanto era stato messo in punizione e, quel pomeriggio, avrebbe dovuto pulire l’intera Sala dei Trofei. Il pomeriggio successivo si salutarono e Crystall si avviò sul viale per arrivare alla cittadina, mentre Tom si diresse all Sala con strofinaccio e detergente, pronto ad un’estanuante pomeriggio di lavoro.Le ore passarono, ma il lavoro di pulizia sembrava durare un’eternità e Tom stava per cadere nell’abisso della noia, quando una voce si propagò dall’ingresso. Sembrava concitata e Tom andò a sentire cosa succedeva. Abbandò lo straccio e si affacciò alla porta per sentire i discorsi di una ragazza e di un professore che riconobbe essere Silente, l’insegnante di Trasfigurazione.
«Cosa succede?» aveva chiesto il professore alla ragazzina che sembrava avesse corso parecchio.
«Una ragazza… c’è stato un incidente… sul viale… un incantesimo impazzito…» ansimò cercando di riprendere fiato.
Il professore si accigliò e chiese spiegazioni, ma la ragazza sembrava troppo scolvolta per dargliene. Silente si incamminò verso i cancelli e, a passo di corsa, percorse il viale con Tom alle calcagna, deciso a sapere che cos’era successo. Scesero per un centinaio di metri e poi il professore si bloccò, guardando il terribile spettacolo che gli si era parato davanti :una ragazza con i capelli dorati era distesa sul vialetto, gli occhi azzurri spalancati con il terrore ancora impresso nelle pupille, la pelle bianca…
Tom perse ogni precauzione e gridò: «CRYSTALL!!!» e corse dalla sua ragazza che giaceva distesa sul terriccio.
La prese tra le braccia e cominciò a piangere, dondolandosi avanti e indietro, impazzito dal dolore. Silente cercò di sollevarlo e di rimetterlo in piedi, ma Tom non voleva. Voleva restare lì, sapeva che lei si sarebbe risvegliata se lo avesse sentito vicino, che sarebbe tornata… ma il suo cuore lo sapeva. Sapeva che era andata, che il loro legame si era spezzato e che il destino aveva già compiuto la sua opera, prendendosi Crystall.
Tom continuò a piangere, non seppe per quanto, perché il tempo per lui si era fermato in quel preciso istante, quando aveva visto lei morta. Forti braccia lo sollevarono e lo condussero al castello. Tom si lasciò trasportare, non gli importava più nulla di niente e di nessuno. Non gli importava della sua vita o degli sguardi degli altri. Un pensiero rimbombava nella testa. E’ morta. E’ morta. La sua piccola luce si era spenta e il cuore del ragazzo era tornato nero ,freddo e senza speranza…Lord Voldemort si svegliò e si alzò dalla vecchia poltrona di Casa Riddle. Che strano sogno aveva fatto. Crystall! Non poteva credere di aver commesso l’errore di provare ciò che aveva distrutto quello stupido di Silente: l’amore. Camminò per la stanza fino a raggiungere un piccolo bauletto, lo aprì ed estrasse un grazioso bracciale con un grifone impresso sul bordo. Lo esaminò e provò una piccola fitta di nostalgia, un’ emozione che cacciò via scuotendo la testa. Quel pezzetto di metallo conteneva parte della sua anima. Ripose il gioiello e si allontanò. Pronto a distruggere tutti quelli che avrebbero potuto ostacolarlo, pronto ad uccidere. E pronto a sostenere il suo cuore buio.
Lady Voldemort
Ancora nessuna risposta. Inizi tu?
Log in to reply.