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Orgogliosa di Mio Figlio
ORGOGLIOSA DI MIO FIGLIOPREMESSA: questa storia parla di Neville Longbottom (ho usato i nomi della Nuona versione) dal punto di vista di sua madre, Alice Longbottom. So perfettamente che sono stati cruciati fino alla follia da Bellatrix e da altri mangiamorte, tanto da non riuscire più a pensare, ma ho voluto lo stesso provare a scrivere questa storia, consapevole del fatto che infondo non sarebbe realizzabile. Non sono una scrittrice e ho ancora molta strada da fare in questo campo, ma spero vi piaccia :panda:
Disponibile anche su WattpadPrima Parte
Anche quel giorno ero al San Mungo, nel letto accanto al mio, l’uomo che ho sposato dormiva. Non avevo intenzione di disturbarlo, quindi mi avviai lentamente verso il bagno per sciacquarmi il viso.
Appoggai le mani sul lavandino, con una aprii il rubinetto, mi sporsi in avanti e sempre con l’aiuto di quest’ultima mi bagnai la faccia, mentre l’altra si teneva alla ceramica per sorreggermi.
Quando tornai in camera, mio marito si era svegliato; mi salutò con lo sguardo come ogni mattina, cercando di accennare un sorriso.
La porta della nostra camera si aprì, e un ragazzo di circa quindici anni entrò, nostro figlio.
Mi prese la mano aiutandomi a tornare verso il letto, facendomi sedere.
Gli accarezzai a fatica il viso e lui sorrise, notai che gli occhi gli si velarono un istante, poi però si ricompose immediatamente e si sedette sul letto, accanto a me.
Ha dovuto abitare sin da piccolo con sua nonna paterna a causa della condizione mia e di suo padre, ma da quando è cresciuto abbastanza veniva a trovarci ogni giorno e sia io, sia mio marito non potevamo esserne più felici.
Sapeva che i suoi genitori facevano molta fatica a parlare, ma lui ogni giorno ci raccontava quello che faceva. Infondo credo che per lui fosse uno sfogo, e a me faceva piacere e mi rendeva orgogliosa.
Quel giorno era arrivato prima del solito, Arthur era stato attaccato da Nagini, ma per fortuna sono riusciti a salvarlo. Lui e i suoi amici sono venuti a trovarlo al San Mungo e lui aveva colto l’occasione per venir a vedere pure noi. Non sapevo se i suoi amici sapessero di me e mio marito, ma so che è orgoglioso di averci come genitori, glielo leggevo negli occhi.
Qualche giorno dopo arrivò con una foto in mano che ritraeva una ragazza, era felicissimo e ci raccontò dell’appuntamento che aveva avuto il giorno prima ai Tre Manici di Scopa. Non era così emozionato dal ballo del Ceppo, al quale per la prima volta aveva ballato con una ragazza.
Lei era molto carina, bionda, con la pelle chiara, sembra una ragazza delicata e lui definiva la sua voce sublime, a quanto pare si chiamava Luna.
La settimana dopo Neville ce la presentò, mi è piaciuta ancor di più di quando la vidi in foto. Non poteva trovare ragazza migliore, ero orgogliosa di lui, ha sofferto tanto per me e il padre, si meritava un po’ di spensieratezza.
Ci raccontò tutto di lei, aveva perso la madre quand’era piccola, ma non si fa prendere dallo sconforto. E’ una ragazza molto speciale, a scuola le facevano dei dispetti nascondendole i vestiti, ma lei la prendeva come un gioco. Neville si divertiva a “giocare” con lei cercando i suoi averi. Lo nascondeva, ma so che stava male per lei, dato che anni prima è stato anche lui vittima di scherzi poco educati.
Finito il suo quinto anno si catapultò in stanza, facendomi quasi spaventare, esclamando di aver superato i GUFO con il massimo dei voti. Mio marito lo guardava emozionato, mentre mio figlio ci raccontava delle domande dell’esame e su come, per la prima volta in vita sua, riuscì a fare un Incanto Patronus pensando a noi.
Ci raccontò di come il suo amico, Harry Potter, lo aveva aiutato tanto con Difesa Contro le Arti Oscure, essendo sempre stato scarso in quella materia. Ricordo Harry, d’altronde è anche un po’ per lui se io e Frank siamo qui, ma non potevo sacrificarmi per ragazzo migliore, sono sicura che anche Lily e James sarebbero fierissimi di lui.
Riuscii a prendergli le mani e anche io con le lacrime gli sorrisi.
Mi abbracciò e sentii il suo battito cardiaco accelerare. Lo avvolsi lentamente a mia volta con le mie esili braccia e appena ci staccammo notai che una lacrima stava solcando la guancia del mio meraviglioso figlio, sorrisi a mala pena e rivolsi uno sguardo a mio marito, anche lui emozionato.
L’anno dopo venne a farci molte meno visite, solo a volte nei weekand e raramente ci arrivava qualche gufo, dove ci rassicurava e ci diceva che stava bene.
Ero abbastanza preoccupata, quando si presentava nella nostra stanza non era felice come gli anni precedenti, e dietro la porta c’era un uomo che somigliava terribilmente a un mangiamorte. Non ci raccontava più molte cose, da quel che avevo capito il Signore Oscuro aveva riacquisto potere e ora controllava Hogwarts.
Ci disse del nuovo preside, il professor Piton e dei Carrow, ma non entrò nei dettagli com’era il suo solito fare e capii che qualcosa non andava dalle diverse ferite che riportava sul suo corpo.
Solo a giugno, quando l’anno scolastico finì, entrò nella nostra stanza senza preavviso e ci abbracciò entrambi. Era molto sporco, zoppicava e aveva del sangue in viso. Lo guardai perplessa, per tutta risposta mi sorrise e raccontò quello che era successo negli ultimi mesi.
I mangiamorte avevano preso possesso di Hogwarts, sentii un brivido quando disse di essersi opposto ad usare la maledizione cruciatus sugli alunni del primo anno, e per quello i Carrow l’avevano picchiato.
Disse di aver preso parte alla battaglia di Hogwarts e se non fosse stato proprio lui a parlarne avrei avuto paura che fosse morto.
Ma no, mio figlio era ancora di fronte a me, sorridente anche se ferito e mi raccontava di cosa aveva dovuto subire, senza mai arrendersi. Quando raccontò di aver ucciso Nagini con la spada di Godric Grifondoro gli si illuminò lo sguardo.
Appena finì il suo racconto rimasi ammaliata dal coraggio di Harry Potter, ma ancora di più da quello di Neville Longbottom.
Gli presi lentamente le mani, guardandolo negli occhi e sussurando: “…orgogliosa…”
Post Unito in automatico!
Seconda Parte
PREMESSA: (sopportatemi) In questa seconda parte racconterò di Neville dopo aver finito gli studi. So che si sposa con Hannah Abbott, una ragazza Tassorosso, ma io ho scelto di accoppiarlo con Luna Lovegood perché li vedo troppo bene insieme. Se voi non siete d’accordo la storia può essere letta anche solo fino al capitolo precedente.Neville finì gli studi completando i MAGO con Eccezionale in tutte le materie.
Dopo scuola decise di andare a vivere a Godric’s Hollow con la sua ragazza, ma si materializzava al San Mungo almeno due volte a settimana per far visita a me e a suo padre.
Anche mia suocera spesso veniva da noi, più che altro perché ora, senza il nipote da accudire, si sentiva sola.
Purtroppo, in un piovoso martedì di maggio del 2000, venne ricoverata al San Mungo anche lei.
Luna mi raccontò che Neville si precipitò qui appena lo seppe insieme alla ragazza. Le furono vicino tutto il tempo, finché la donna, in fin di vita, prese la mano di Neville e guardandolo negli occhi, disse: “Sei stato un bravo bambino, e ora sei un meraviglioso uomo.” per poi chiudere gli occhi, ancora con un sorriso accennato sulle labbra e la mano in quella del nipote.
Augusta Longbottom morì il 14 maggio 2000 alle 17:10.
Il giorno dopo al funerale ero accanto a Luna, che aveva appena finito di raccontare ai suoi suoceri quello che era successo quel pomeriggio, finché Neville aprì la porta.
La sua fidanzata si alzò salutandolo con un bacio a stampo, poi lui andò ad abbracciare il padre e successivamente me, gli leggevo il dolore negli occhi, eppure stava ancora sorridendo.
A volte dimenticavo chi avevo davanti, dimenticavo che non era più quel bambino che scorrazzava per tutto il reparto per cercare la sua penna d’oca, rendendosi poi conto di avercela nella tasca posteriore dei pantaloni. Dimenticavo che era cresciuto, che avrebbe compiuto 20 anni solo tra pochi mesi e che viveva da tre anni da solo con la sua fidanzata.
Penso alla mia vita se lui non ci fosse stato. Nessuna voce che si sarebbe intromessa nei miei pensieri, nessuno che mi avrebbe raccontato la sua giornata, nessuno che avrebbe passato così tanto tempo con me e con mio marito, reduci di una guerra che ci ha distrutti. La mia vita sarebbe stata incompleta senza di lui.
Giorni passarono, prima che lui tornasse al San Mungo, molto più raggiante rispetto a prima.
Ci sorrise esclamando: “MI SPOSO! MAMMA, PAPA’ MI SPOSO!”
La mia mente si bloccò un istante. Mio figlio si sarebbe sposato, avrebbe per sempre condiviso la sua vita con una donna. Mio figlio è un adulto, un meraviglioso adulto, di cui i suoi genitori erano sono fierissimi.
Guardai suo padre; molti anni fa, prima del nostro primo e unico figlio, avevamo fatto un patto, e finalmente, era giunto il momento di rispettarlo.
Allungai lentamente la mano verso il cassetto, sotto lo sguardo curioso di mio figlio e soddisfatto di mio marito.
Ne estrassi due anelli d’oro, identici, porgendoli al futuro sposo. Mi guardò estasiato. Riuscii a mormorare: “Tue…” prima che Neville mi saltasse addosso piangendo. Abbracciò anche il padre e ci ricoprì di ringraziamenti.
Sapeva perfettamente cosa fossero.
Quelle erano le fedi che io e mio marito avevamo usato per il nostro matrimonio, ce le toglievano per le battaglie e ci eravamo ripromessi che le avremmo date al nostro erede, una volta che anche lui avrebbe trovato l’anima gemella, e quel momento era giunto.
Qualche mese dopo, uscii dopo anni dal San Mungo dopo tanti anni, in occasione di un evento importante, il matrimonio di mio figlio.
Ero lì, in prima fila, guardavo Neville e Luna che facevano le promesse. Al momento di mettersi la fede, l’emozione mi pervase, presi la mano di mio marito, aspettando la fine della cerimonia.
Non prendemmo parte al pranzo, tornammo al San Mungo dove la nostra stanza ci aspettava come sempre, ma io e mio marito eravamo più felici che mai.
Qualche mese dopo Neville si presentò tenendo per mano Luna, lo guardai curiosa, lui si morse il labbro e Luna lo guardava con dolcezza.
Poi annunciò la notizia. Sarei diventata nonna.
Luna era incinta di qualche settimana; guardai mio marito, sorrise e Luna si avvicinò a me per farmi toccare il suo ventre.
Lentamente alzai la mano con fatica, poggiandola su quella pelle liscia e chiara. Teneva alzata la maglia, mentre un sorriso sincero le dipingeva le labbra rosee.
Neville si affiancò a lei, abbracciandola da dietro e quello, penso sia stato il momento più bello della mia vita.
Al settimo mese di gravidanza, all’interno di quella giovane donna si stava formando un maschietto, “scalcia spesso, non sta mai fermo” raccontava Luna, ma lei lo amava già .
Ero stesa sul mio letto, non riuscivo a dormire, sentivo il battito cardiaco e la sudorazione aumentare, dovevo chiamare qualcuno, ma non riuscivo neanche a muovermi, finché non vidi tutto buio.
Non sapevo che quel letto del San Mungo, che mi aveva ospitata per tanti anni, sarebbe stato il mio letto di morte.
Ancora adesso non so spiegarmi come io sia morta, per quale motivo, ma a volte non c’è un motivo. Forse era destino.
Non molti giorni dopo mio marito mi raggiunse, non aveva sopportato il fatto di perdermi ed ebbe una ricaduta molto drastica, che i curatori sottovalutano.
So di aver lasciato mio figlio in un momento delicato, a due mesi dal parto, ma so anche che lui sarà un ottimo padre e marito.
Sono sicura che sarà fantastico, infondo, è mio figlio.
Ancora nessuna risposta. Inizi tu?
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