Harry entrò in una camera vuota, eccetto per la presenza dello Specchio delle Brame: Harry era convinto di trovare il prof. Piton, invece non fu cosi, era il prof. Raptor.
Harry restò sbalordito. A questa reazione Raptor sorrise. Harry gli disse che non poteva essere lui a cercare la pietra, perché Piton aveva cercato di ucciderlo. Raptor gli rivelò che era stato lui a cercare di ucciderlo, era stato lui a fare entrare il troll nella scuola ad Halloween e che era proprio Piton a tenerlo d’occhio fin dall’inizio.
Dopo il breve dialogo, il professor Raptor intrappolò Harry con delle funi. Si voltò verso lo specchio cercando di capire come ottenere la Pietra: Raptor si vedeva riflesso con la Pietra in mano, la desiderava ma non riusciva ad averla.
Ad un certo punto, una voce dal nulla gli suggerì di utilizzare Harry per capire come avere la pietra. Il professore non esitò, prese il ragazzo e gli ordinò di guardare attraverso lo specchio e di dirgli cosa vedeva.
Harry vide se stesso riflesso nello specchio mentre si infilava la pietra filosofale in tasca: sbalordito, sentì che ora la pietra era realmente nella sua tasca. Cercò quindi di mentire al professor Raptor ma senza successo.
Di nuovo, la voce misteriosa parlò e disse che voleva parlare direttamente con il ragazzo.
A quel punto, Raptor si voltò e incominciò a sfilare il turbante che aveva in testa. Harry rimase sconvolto e impaurito: sulla nuca di Raptor c’era un altro volto, quello di Voldemort, rimasto sempre celato dal turbante. Harry indietreggiò.
Voldemort gli spiegò che non aveva un corpo realmente suo, era un parassita e viveva attraverso Raptor: per rimanere in vita doveva bere il sangue di unicorno, così da allungare la sua vita. Ma una cosa gli serviva più di tutto per tornare realmente vivo: la pietra filosofale. E Voldemort sapeva che Harry ce l’aveva in tasca.
Harry negò l’ordine di Voldemort di consegnargli la pietra: a quel punto, Raptor si scagliò verso Harry e lo prese alla gola. Harry prese le braccia del professor Raptor per liberarsi e quelle incominciarono misteriosamente a bruciarsi. Harry capì che al contatto con lui succedeva qualcosa di strano, così mise le sue mani sul volto di Raptor, il quale incominciò a divincolarsi, finchè non si ridusse in polvere. Ma Voldemort era ancora vivo, era uscito dal corpo di Raptor e come un’anima voloò via dalla stanza.
Harry svenì, senza forze.
Dopo tre giorni, si ritrovò a dormire sul letto dell’infermieria: Silente era davanti a lui e spiegò ad Harry cos’era successo. La pietra era stata infine distrutta, su decisione di Nicola Flamel. Poi spiegò ad Harry, che l’amore di sua madre Lily per lui, gli aveva donato una grande protezione nel momento in cui era morta: per questo Harry non poteva entrare in contatto con Voldemort e il corpo di Raptor posseduto.
Vennero a trovarlo anche i suoi amici ed Hagrid e dopo qualche giorno fu dimesso e si recò felice al banchetto di fine anno. Era il momento della consegna della Coppa delle Case. Grifondoro era ultimo in classifica, ma Silente assegnò dei punti extra ai tre giovani amici per le prove superate oltre la botola, i quali riportarono Grifondoro a pari merito con Serpeverde. Infine, i pochi punti assegnati a Neville per il coraggio dimostrato di fronte ad amici e nemici, consenti a Grifondoro di vincere la Coppa delle Case.
Gli studenti di Hogwarts fecero ritorno a casa: Harry era felice e disse ai suoi amici che sarebbe stata la sua prima estate divertente. I suoi zii, infatti, non sapevano che non poteva usare la magia fuori della scuola quindi avrebbe potuto divertirsi con suo cugino Dudley. Sorridenti, i tre amici si divisero.
Riassunto a cura di Emanuele.
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