Di seguito riportiamo la nostra traduzione del testo originale scritto da J.K. Rowling nel 2008.
La motocicletta, sfrecciava sempre più veloce nel buio della notte, imboccò la stretta curva così rapidamente che entrambi i poliziotti dentro la volante gridarono “Whoa!”.
Il sergente Fisher frenò di colpo (mise il suo piede enorme sulla strada ), pensando che il ragazzo che guidava come un pazzo fosse caduto; nonostante ciò, la motocicletta completò la curva senza disarcionare i due motociclisti e, con un luccichio di fari rossi, svanì dall’orizzonte della strada.
“Li abbiamo in pugno!”, gridò PC Anderson eccitato. “E’ un vicolo cieco!”.
Con le mani strette sullo sterzo e facendo rombare il motore, Fisher scrostò metà della vernice sulla fiancata della macchina, nel tentativo di entrare nello stretto vicolo per inseguire la motocicletta. Lì, illuminata dai fari, sedeva la loro preda, finalmente immobile dopo una caccia di un quarto d’ora.
I due motociclisti erano intrappolati tra un altissimo muro di mattoni e la macchina della polizia, che si avvicinava lentamente come un predatore dagli occhi scintillanti fa con la sua preda.
C’era così poco spazio tra le portiere della volante e le mura della viuzza che Fisher e Anderson ebbero molte difficoltà nel districarsi fuori dal veicolo. Ferì la loro dignità il doversi muovere poco alla volta, come granchi, verso le due canaglie. Fisher strisciò il suo generoso stomaco sul muro, staccando tutti i bottoni della camicia, e finalmente riuscì a sbucare fuori dallo specchietto con il suo didietro.
“Scendete dalla moto!”, gridò ai due giovani dallo strano sorriso compiaciuto, che sedevano beati sotto la luce blu lampeggiante della volante, quasi si divertissero.
I due ragazzi fecero come venne loro ordinato e, finalmente libero dallo specchietto rotto, Fisher li fissò. Sembravano essere appena degli adolescenti. Quello che era stato alla guida della motocicletta aveva lunghi capelli neri, la sua insolente bellezza ricordò a Fisher l’odiato fidanzato chitarrista della figlia. Il secondo ragazzo, anche lui con i capelli neri anche se più corti e disordinati, che puntavano in ogni direzione, indossava un paio di occhiali e aveva un grande sorriso. Entrambi indossavano delle T-shirt blasonate con un grande uccello dorato. L’emblema, senza alcun dubbio, apparteneva a qualche assordante, rock band senza tempo.
“Niente Casco!”, gridò Fisher, indicando prima una e poi l’altra testa scoperta.
“Eccedevate dai limiti di velocità considerevolmente!” (In verità, la velocità registrata era di gran lunga superiore a quella che Fisher riteneva accettabile per una motocicletta).
“Non vi siete fermati allo stop della Polizia!”
“Saremmo stati lieti di fermarci per una chiacchierata”, disse il ragazzo con gli occhiali, “ma stavamo solamente provando a…”
“Non fate i furbetti. Voi due siete nei guai!” Ringhiò Anderson. “Nomi!”
“Nomi?”, ripeté il ragazzo coi capelli lunghi che guidava la moto. “ Eh, bene, vediamo. C’è Wilberforce….Bathsheba….Elvendork…”
“E la cosa positiva di quest’ultimo è che è adatto sia per uomo, sia per donna!”, aggiunse il ragazzo con gli occhiali.
“Oh, i nostri nomi! Intendevate i nostri nomi?”, chiese il primo, mentre Anderson sputava dalla rabbia. “Avreste dovuto dircelo! Questo qui è James Potter, e io sono Sirius Black!”.
“La situazione sarà seriamente “black” per voi in un minuto, brutto piccolo…-“
Ma né James, né Sirius gli stavano prestando attenzione. Improvvisamente erano allerta, come segugi fissavano oltre Fisher e Anderson, oltre il tetto della volante della polizia, all’imbocco del vicolo buio. In quell’istante, con identici, fluidi movimenti, toccarono entrambi la tasca posteriore dei pantaloni.
Per il tempo di un battito entrambi i poliziotti pensarono che i ragazzi stessero estraendo delle pistole contro di loro, ma un solo secondo dopo si resero conto che i due motociclisti stavano impugnando ben altro –
“Bacchette?”, disse Anderson in tono di scherno. “Che razza di burloni!Bene, siete in arresto con l’accusa di—-“
Ma Anderson non fece mai in tempo a formulare l’accusa. James e Sirius avevano gridato qualcosa di incomprensibile, e le luci dei fari si erano mosse.
I poliziotti si voltarono, e poi si guardarono nuovamente dietro. Tre uomini stavano volando via dalla viuzza a cavallo di scope e, nello stesso istante, la macchina della polizia si era impennata sulle ruote posteriori.
Le ginocchia di Fisher cedettero; si lascio cadere seduto; Anderson inciampò sulle gambe di Fisher e gli cadde addosso, mentre sentirono un fracasso di scope sull’auto sospesa che poi cadevano, apparentemente inanimate, a terra, come schegge.
La motociclettà ruggì di vita nuova. Con la bocca spalancata per lo stupore, Fisher raccolse ogni forza residua per dare un ultimo sguardo ai due ragazzi.
“Grazie molte!”, disse Sirius sopra il rombo del motore. “Vi siamo debitori!”
“Si, incontrarvi è stato un vero piacere!”, aggiunse James. “E non dimenticate: Elvendork! È un nome unisex!”.
Ci fu un rumore simile ad un terremoto, e Fisher e Anderson si strinsero colti dalla paura; la loro macchina era appena caduta nuovamente a terra. Ora era il momento della motocicletta di sollevarsi. Prima che i poliziotti potessero pensare di aver avuto un’allucinazione, la motocicletta decollò: James e Sirius scomparvero nel cielo scuro della notte, il fanalino di coda scintillante dietro di loro, come un rubino evanescente.
Testo liberamente tradotto dall'originale da chiarettapotter.
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