Alan Rickman e Helen McCrory parlano della loro amicizia
In occasione dell’uscita, prevista il 19 aprile in Gran Bretagna, del film “A little chaos“, il giornale “The Indipendent” ha deciso di chiedere ad Alan Rickman (che, oltre a essere regista del film, interpreta Luigi XIV) e Helen McCrory (che invece interpreterà  Madame Le Notre) di parlare l’uno dell’altro. I due attori si sono infatti conosciuti nel 2008 sul set di “Harry Potter e il principe mezzosangue” e da allora sono diventati ottimi amici. Ecco qui la traduzione integrale delle loro interviste.
Helen McCrory:
C’è una marea di miti su Alan Rickman. C’è chi dice che sia permaloso e antipatico – perchè spesso interpreta personaggi freddi e insensibili – e che si vesta sempre solo di nero. Ma non potrebbe essere più diverso dai suoi personaggi di così. E l’ho visto vestirsi di grigio almeno due volte.
Ho sentito parlare di Alan quando ero a scuola di recitazione. Stava recitando in “Les Liaisons Dangereuses” a New York [nel 1087], era acclamato nei giornali e additato come un esempio dai miei insegnanti al Drama Centre. Ci siamo incontrati nel 2008, sul set di “Harry Potter e il principe mezzosangue”, Helena [Bonham Carter] e io interpretavamo le sorelle Lestrange, e Helena, Alan e io dovevamo eseguire un incantesimo “mortale”.
Sebbene sia stato brillante nella parte, non fu così austero da non fluttuare in giro nel suo enorme mantello nero tra una scena e l’altra. Ci prendemmo un caffè e chiacchierammo un po’ – h un senso dell’umorismo un po’ spinto – e volevo chiedergli “Ma qual è il tuo superpotere?”
All’inizio sono stata sorpresa di come si sia sviluppata la nostra amicizia: è adorabile quando una star del cinema ti telefona e dice “Sto per venire a vederti in quello spettacolo? Ti va di sapere se c’è qualcuno in teatro?” E io dicevo “Ma ti dispiacerebbe se venissi a dirmelo dentro [il backstage] dopo lo spettacolo?” Altrimenti posso diventare nervosa e dirigere tutta la performance su di un’unica persona. e lui venne, e mi chiese di uscire per cena, non avrei mai detto che qualcuno che ha raggiunto simili vette facesse cose del genere.
E’ un persona molto acuta: c’è un’arte nel modo in cui recita le battute, e si può trovare un’estetica simile a casa sua – è composta tutta da linee pulite e delicate. C’è così tanto della sua personalità in “A little chaos”. E’ semplice e meditativo. Lui pensa prima di parlare, piuttosto che buttare tutto fuori. Io penso di essere meno controllata di lui.
Siamo entrambi Celti, e tra noi non c’è gerarchia come con gli inglesi, quindi quando lui mi dirigeva non avevo mai bisogno di essere cauta con lui. Non penso che il disaccordo [artistico] sia una brutta cosa. Penso che sia solo dicendo “Cristo, mica pensavi che questa scena fosse riguardo quella cosa?” comprendi appieno le cose.
Mentre entrambi amiamo una chiacchierata e una bottiglia di vino tra amici [attori], lui evita il mondo dell’industria cinematografica. forse è timido, e entrare in una stanza piena di persone che non conosci non è rilassante. Io non lo sento: penso che serate alle feste come quelle dei Bafta siano piuttosto divertenti.
Io ho cominciato col teatro quindi penso ad Alan come direttore del Royal Court Theatre, a scrivere e dirigere film, piuttosto che nei ruoli che ha interpretato. Non ho mai visto “Robin Hood: il principe dei ladri” (film per cui Rickman ha vinto un Bafta ndr). Forse è per questo che siamo amici: non mi metto a citare le sue battute con lui dopo mezza bottiglia di vino.
Alan Rickman:
Ci siamo incontrati per la prima volta sul set di “Harry Potter e il principe mezzosangue”, vestiti di tutto punto. Helen con quella mesh bianca tra i capelli, io con quei vestiti e le lenti nere. Era lì anche Helena. Dovevamo fare una scena noi tre, a un palmo di naso gli uni dagli altri, scambiandoci occhiate penetranti. Helen ha un gran senso del ridicolo e ,con tutti quei costumi e il trucco, non c’era speranza: stavamo cercando tutti di comportarci come adulti senza ridere in modo irritante; i produttori e lo staff diventarono un po’ impazienti. Ci si comportava come in un campo militare lì, per cui ero grato per quei momenti di divertimento
La nostra amicizia è stata graduale: all’inizio io andavo a vederla nei suoi spettacoli al Donmar, e in seguito, ad ubriacarmi con lei e il resto del cast. Ci sono stati anche eventi sociali e ho avuto modo di conoscerla meglio anche lì. Abbiamo entrambi madri Gallesi – è qualcosa di enorme quando hai nelle vene sangue celtico e non Inglese; c’è una sorta un’energia ereditata geneticamente, una parentela.
Come attrice, lei attinge in modo straordinario alla sua vita personale. E’ anche sempre sincera. Può esser critica nei confronti di un regista, ma dice quello che pensa nel rispetto dell’autore. Il copione sollecita le domande; il suo scopo è convincerti che lei non sta solo recitando il copione, ma che lo sta vivendo.
Ero rilassato quando le ho chiesto di lavorare per me in “A little Chaos”. Lei interpreta una donna impegnata in un matrimonio senza amore con André la Notre, che disegnò i giardine del palazzo di Versailles. Helen porta in se una sorta di oscurità , e ho adorato vederla emergere in quel ruolo.
Mi piacciono gli attori che non “recitano”. La suo recente “Medea” al National Theatre, sul palcoscenico di Olivier (per cui ha vinto il premi per Migliore attrice al Critics’ Circle Theatre Awards ndr) è stata coraggiosa: potevi vedere dritto dentro la sua anima. E quello è il palcoscenico più difficile – è enorme e l’acustica non è delle migliori.
Tra noi è per di più risate e Martini – le due cose tendono a fondersi tra loro. Ha un’energia molto più spigliata di me; è sempre un passo avanti mentre io no. Ma adoro chiunque mi faccia ridere, e la sua abilità è straordinaria. E’ ironica alla maniera del diciottesimo secolo; come Jane Austen, è in grado di prendere una parola, giocarci un po’ e poi rimetterla a posto. Qualche giorno fa ha parlato della sofisticazione della salsa all’aragosta. Ma da dove l’ha presa?
Articolo originale The Indipendent
Commenti