Il tributo alle Streghe di Salem in Animali Fantastici e Dove Trovarli

Una nuova, interessante intervista realizzata dagli inviati di Pottermore ci guida nel mondo di Stuart Craig, scenografo di tutti e otto i film della saga di Harry Potter e ora alle prese con la trilogia di Animali Fantastici.

“Quando entri nell’edificio del MACUSA, emergi da una fluttuante scalinata nella sala principale”, spiega lo scenografo. “Sopra di te, in quest’edificio alto 750 piedi [quasi 230 metri, n.d.g.], non ci sono piani. C’è solo uno spazio enorme che ricorda una cattedrale con centinaia e centinaia di finestre. La prima cosa che vedrai, probabilmente, saranno le fenici. Sono alte quaranta piedi! Enormi sculture dorate di fenici, coperte di foglia d’oro. Sono semplicemente splendide, infatti. Sono il lavoro del nostro scultore principale, Bryn Court. Siamo estremamente fortunati ad avere qualcuno così pieno di talento nella nostra squadra”.

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Ma le fenici non sono l’unica opera d’arte di Bryn Court presente nel maestoso Palazzo.

“Nel mezzo di questo vasto spazio, c’è un enorme memoriale dedicato alle Streghe di Salem. J.K. Rowling lo ha scritto nella sceneggiatura. Le streghe del memoriale sono statue di bronzo, leggermente più grandi della misura reale. Stanno in piedi in mezzo alla folla, se riesci ad immaginarle, così le persone possono camminare vicino al memoriale e proprio accanto alle streghe.” Ed è infatti visibile nella porzione di poster qui sopra, proprio al centro del piano rialzato.

Ogni statua rappresenta qualcuno che ha perso la vita durante il Processo alle Streghe di Salem del 1692. Si può chiaramente vedere un anziano mago, alla cui sinistra si trovano una giovane strega affiancata da una donna più matura; le due figure al centro, invece, sono le più commoventi: una bambina dall’espressione terrorizzata tiene le mani su quelle della madre, che guarda rassegnata davanti a sé. Tutte le figure hanno i polsi legati, come a volerne sottolineare la colpevolezza, ma i loro sguardi pieni di fierezza e di innocenza sembrano scrutare l’osservatore e sfidarlo a condannarli un’altra volta.

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